“Rimpasto Sì – Rimpasto No”, i mal di pancia Dem mettono tutto in stand by

 
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Gela. La maggioranza che si appresta ad una prima verifica questo fine settimana incomincia a fare i conti con qualche scricchiolio interno nei partiti. Il rimpasto che il sindaco Terenziano Di Stefano annunciava già all’indomani dell’otto settembre non c’è ancora stato e non è detto che ci sia in tempi brevi.

La Giunta al momento, nell’attesa che l’Ars partorisca la norma per l’ampliamento della squadra assessoriale che consentirebbe a Di Stefano di avere a disposizione altre due poltrone da assegnare, resta in stand by, con due assessori praticamente in rampa di uscita, Giuseppe Favitta in quota partito comunista e Giuseppe Arancio, espressione del gruppo più numeroso della maggioranza, quel Partito Democratico che però, proprio per la successione dell’ex parlamentare regionale, sta avendo qualche mal di pancia interno.

Pare infatti che, secondo rumors di corridoio, proprio i Dem non riescano a mettersi d’accordo sul nome da fornire al sindaco in caso di uscita di Arancio. Secondo un gruppo nutrito all’interno del partito, la poltrona spetterebbe all’attuale consigliere comunale Giuseppe Fava, che subito dopo l’elezione fece capire ampiamente di aspirare ad un posto in giunta, facendo un passo di lato rispetto alla Presidenza del Consiglio.

Ma Fava pare non raccogliere il consenso di tutto il partito. La parte più conservatrice dei Dem infatti punterebbe all’ingresso in Giunta dell’ex segretario cittadino Peppe Di Cristina, attualmente componente dell’assemblea nazionale del partito.

Un muro contro muro che potrebbe essere risolto dalla norma “gonfia poltrone” dell’Ars, con i Dem pronti a chiedere il doppio posto in giunta in virtù dei numeri che li rappresentano in consiglio comunale ma, che al momento, ha fatto impantanare il possibile mini rimpasto dell’8 settembre che per ora è finito nelle questioni “a data da destinarsi” del sindaco Di Stefano.

A conferma di questo anche le dichiarazioni dell’attuale assessore Dem Giuseppe Arancio che, nei giorni scorsi, ha manifestato la volontà di rimanere in sella finchè il partito non avrà trovato la quadra sul nome, o sui nomi, da portare in Giunta.

La “melina” del Pd intanto ha rallentato anche un altro degli ingressi annunciati e non realizzati. Quello dell’ex rivale nella corsa a Palazzo di Città Salvatore Scerra, rivelatosi poi alleato determinante di Di Stefano al ballottaggio.

 Per lui sembrava scontato l’ingresso in Giunta al primo slot utile, ma i mal di pancia del Pd ne hanno inevitabilmente rallentato la nomina che, a questo punto, se avverrà sarà solo dopo che i Dem avranno risolto le proprie questioni interne.

Il primo ostacolo da superare è quello della verifica di maggioranza di Giovedì, ma difficilmente da quel tavolo usciranno delle risposte.

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