Gela. Una riforma dei Consorzi di bonifica siciliani che non risolve il dramma che vivono quotidianamente i lavoratori dell’ente di via Marconi. Il segretario provinciale Flai Giuseppe Randazzo non usa mezzi termini dopo aver richiesto un incontro allo stesso assessore regionale Luca Sammartino. “Dopo l’annuncio dell’approvazione del testo di riforma in commissione attività produttive dell’Ars, abbiamo assistito, da parte delle forze della maggioranza, a veri e propri attestati di giubilo. Qualcuno è arrivato a definirla addirittura epocale. L’assessore Sammartino dice che la riforma ha l’ambizione di rivoluzionare il sistema, riducendo il numero dei Consorzi e ammodernando le reti idriche in una logica di miglioramento dei servizi agli agricoltori che dopo tanti anni torneranno a gestire i Consorzi. Purtroppo, per l’assessore e per la maggioranza di governo, non abbiamo assistito a salti di gioia da parte degli agricoltori. Per citare ancora l’assessore, bisogna eliminare gli sprechi, i disservizi e le inefficienze che troppo spesso, nel passato, hanno condizionato l’attività dei Consorzi. Scordandosi di dire che i Consorzi fino ad oggi sono stati gestiti della malapolitica che per anni ha permesso attraverso i vari commissari, dalla stessa nominati, di aggravare la situazione debitoria che definire disastrosa è une ufemismo. I debiti dei vecchi Consorzi sono stimati in circa 150 milioni di euro. Dal nostro punto di vista, con rammarico, prendiamo atto che il testo approvato è un’occasione persa”, dice il segretario Flai.
I lavoratori del Consorzio continuano a sostenere tutti gli enigmi di un presente fatto di stipendi che tardano per mesi e di servizi che non possono essere erogati. “Come spesso accade la politica sembra slegata dalla realtà. Nessuna risposta viene data in questa riforma al superamento del precariato. Pensare di gestire i nuovi enti con lavoratori che, come a Gela e in altri Consorzi, svolgono 78 giorni di lavoro all’anno significa essere legati a vecchie logiche clientelari. Come pensa l’assessore che lavoratrici e lavoratori, come a Gela e Caltanissetta, oramai da quasi vent’anni part-time, nonostante abbiano la gestione quasi completa dei due enti, si possano coniugare con la regolarità e l’efficienza del servizio. Presentare una riforma epocale significava prevedere le garanzie e le tutele innanzitutto per chi nei Consorzi ci mette la faccia ogni giorno, anche quando non vengono retribuiti da mesi. Questa riforma, infatti, non prevede il passaggio dei lavoratori nei nuovi Consorzi senza soluzione di continuità. Se dovesse passare questo principio, i lavoratori saranno licenziati dai vecchi Consorzi e assunti dai nuovi con il rischio concreto di vedere vanificati tutele e diritti maturati in tutti gli anni di servizio. Non si fa una riforma di un settore così importante per la nostra terra sulla pelle di lavoratrici e lavoratori. Per questo – conclude Randazzo -facciamo un appello pubblico a tutti i partiti presenti nel parlamento siciliano affinché si apportino le modifiche necessarie per dare le risposte che le lavoratrici e i lavoratori si aspettano da un governo che, a parole, dice di avere a cuore le sorti della Sicilia”.