Gela. C’è chi ha optato per riti alternativi, con le prime discussioni che si sono tenute davanti al gup. Altri imputati, invece, andranno a giudizio. Furono tutti coinvolti in un’indagine che due anni fa consentì ai pm della procura e ai carabinieri del Noe di individuare diverse aree, in periferia, usate per smaltire rifiuti speciali e scarti edili, spesso dati alle fiamme. Tra le accuse mosse dalla procura, anche l’inquinamento ambientale. A seguito dell’inchiesta venne eseguita un’unica misura restrittiva per Cristoforo Russello. Difeso dal legale Salvo Macrì, ha avanzato richiesta per definire la sua posizione con un patteggiamento. Nei suoi confronti era concentrato il numero maggiore di capi di accusa. Tra gli imputati, ci sono soprattutto padroncini che si occupavano dello smaltimento di inerti. Per gli investigatori, che monitorarono le aree usando sistemi video, i materiali di risulta e rifiuti ordinari venivano sversati in punti piuttosto isolati. Gli accertamenti si svilupparono in via Beato Agostino Novello, in via Piermarini, in via Poggio Blasco, in via Tripisciano, in via Salietti e in terreni a ridosso del cimitero Farello. Il Comune, per scelta dell’amministrazione, si è costituito parte civile nel procedimento, con il legale Marco Granvillano. Ha insistito per il rinvio a giudizio dei coinvolti, così come la procura.
Davanti al gup Marica Marino sono state valutate le posizioni di Grazio Italiano, Nunzio Vinelli, Salvatore Nicastro, Gaetano Sola, Emanuele Terranova, Angelo Leopardi, Rosaria Di Dio, Vincenzo Alabiso, Fortunato Schembri, Paolo Giarrusso, Roberto Lo Chiano, Alfonso Ficarra e Sebastiano Massimo Alfieri. Tra i legali di difesa, gli avvocati Giacomo Ventura, Nicoletta Cauchi, Flavio Sinatra, Cristina Alfieri, Francesco Enia, Ivan Bellanti, Joseph Donegani e Carmelo Brentino.