Gela. La costituzione di parte civile del Comune nel processo contro i 14 soggetti indagati per aver scaricato e bruciato rifiuti nelle campagne cittadine è un segnale importante da parte dell’Amministrazione che assume una posizione ferma verso chi inquina e deturpa campi e periferie. L’inchiesta “lampo” avviata dalla Procura di Gela, in soli nove mesi dall’inizio delle attività di indagine, ha consentito di accertare per difetto lo scarico di almeno 450 tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi nelle aree rurali e nelle periferie a nord della città. Sei le discariche abusive individuate e poste sotto sequestro, stessa misura disposta per alcuni mezzi pesanti, usati per trasportare i carichi, che venivano smaltiti nelle discariche a cielo aperto. Quattordici gli indagati a vario titolo e un pluripregiudicato finito agli arresti domiciliari perché sorpreso a dar fuoco a dei cumuli di rifiuti. Un’operazione importante, quella condotta dalla Procura di Gela, allora diretta da Fernando Asaro e portata avanti dal Sostituto Procuratore Gaetano Scuderi e dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Gela, che ha preso impulso anche dalle inchieste giornalistiche lanciate da “Trincee” negli ultimi due anni. Tutte e sei le discariche individuate e sequestrate infatti erano state raccontate attraverso le immagini dei reportage del programma di approfondimento della nostra testata. Un lavoro giornalistico sul campo durato oltre due anni, che è riuscito però a mappare i luoghi dello scempio e a creare un vero e proprio itinerario dello scarico illecito, strade e trazzere giornalmente battute da mezzi pesanti che andavano a scaricare rifiuti di ogni tipo nelle campagne gelesi. Oggi il processo in cui anche il Comune ha voluto avere un ruolo da protagonista, come conferma il sindaco Lucio Greco.
A finire nel mirino di quello che prevedibilmente sarà solo un troncone di un’indagine che può individuare ancora diverse aree di questo tipo, è stata soprattutto l’area a Nord del perimetro cittadino. Un vasto territorio che attraversa longitudinalmente tutta la città e che è stato eletto dai criminali come zona franca per lo scarico di rifiuti. Secondo il primo cittadino il fenomeno può essere sconfitto solo grazie al lavoro sinergico tra istituzioni e informazione.