Rifiuti speciali e pericolosi, giunta impugna piano regionale: "Vincolo limita impianti e mette a rischio bonifiche"
L'area industriale locale ricadrebbe sotto un vincolo quasi assoluto nonostante il piano dei rifiuti dettato dal governo regionale segua la linea del trattamento negli stessi siti che producono rifiuti speciali e pericolosi
Gela. Dopo il confronto con imprenditori e associazioni datoriali del settore, il sindaco Terenziano Di Stefano e la sua giunta passano alle vie di fatto. E' stato deliberato di impugnare il piano regionale dei rifiuti, per quanto concerne lo stralcio dedicato ai rifiuti speciali. La disciplina voluta dal governo Schifani, infatti, per le aree classificate come Aerca, per l'elevato rischio di crisi ambientale, in una soglia entro i tre chilometri dal centro urbano, impedisce la realizzazione e la gestione di qualsiasi impianto per il trattamento di rifiuti speciali e pericolosi. Gli operatori del settore, nelle scorse settimane, hanno organizzato un incontro, a Palazzo di Città, non solo con Di Stefano ma anche con i sindaci di Butera e Niscemi, centri che rientrano negli stessi vincoli. Chi opera nel settore teme che con l'applicazione del piano regionale le attività siano fortemente a rischio, comprese quelle già in essere che troverebbero il muro dei rinnovi autorizzativi. Il sindaco e gli assessori hanno disposto di impugnare il piano regionale, con ricorso al Tar Palermo, affidato all'avvocato Salvatore Casarrubia, esperto in diritto ambientale. Come emerso dalla disamina tecnica condotta insieme agli imprenditori, l'area industriale locale ricadrebbe sotto un vincolo quasi assoluto nonostante il piano dei rifiuti dettato dal governo regionale segua la linea del trattamento negli stessi siti che producono rifiuti speciali e pericolosi. Quella locale, area dove sono in svolgimento attività di bonifica industriale, si vedrebbe sottoposta a un blocco quasi totale, rientrando nei vincoli Aerca. “Il vincolo limiterebbe le attività di riciclo e recupero dei rifiuti soprattutto degli inerti. Peraltro, nei comuni di Niscemi, Gela e Butera molte attività nel settore sono già in fase di avviamento. Rallenterebbe le attività di bonifica, che spesso utilizzano impianti allocati all’interno delle aree industriali stesse per il recupero dei rifiuti e bloccherebbe le iniziative imprenditoriali in essere, impedendone l’ampliamento e l’impossibilità di realizzare nuove attività di recupero e trattamento di rifiuti”, riporta la delibera di giunta.
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