Gela. L’operazione condotta dai pm della procura e dai poliziotti del commissariato, con l’arresto di cinque persone, ha dato riscontro, anche mediatico, su ciò che da decenni si verifica lungo la fascia trasformata, nelle aree al confine tra il territorio gelese e quello ragusano. La costa e le aree interne sono state trasformate in una “terra dei fuochi”, dove si smaltisce qualsiasi tipo di rifiuto e i roghi sono all’ordine del giorno. Questa mattina, le associazioni Wwf, “Fareverde”, i volontari e le amministrazioni comunali di Acate e Gela si sono dati appuntamento nel tratto di costa che tocca il fiume Dirillo. Una zona, anche questa, deturpata da rifiuti pericolosi e da un’attività di agricoltura intensiva, che non sempre è ligia al rispetto delle regole. Lo smaltimento illecito è quasi giornaliero. All’iniziativa ha partecipato l’assessore Giuseppe Licata, in rappresentanza del sindaco e della giunta. Si tenterà di andare oltre la sola giornata di pulizia. “Abbiamo deciso di attivare un tavolo tecnico, per il monitoraggio costante di questa zona, che richiama la competenza territoriale dei Comuni di Acate e Gela – dice Licata – i problemi che si registrano in questo tratto di costa, ricadono inevitabilmente su tutto il territorio. Metteremo insieme le due amministrazioni comunali, ma anche le Asp, le associazioni e gli operatori. Si deve cambiare passo, per lanciare chiari segnali a chi ancora oggi sceglie di smaltire illecitamente, anche rifiuti pericolosi”. Questa mattina, sono stati raccolti notevoli quantitativi di rifiuti, tutti abbandonati in spiaggia e nelle aree limitrofe. Un danno ambientale enorme, che si aggiunge a quello causato dallo smaltimento illegale delle plastiche.
“Stiamo già avviando tutto il necessario – aggiunge Licata – per organizzare un’intera settimana dedicata all’ambiente e al decoro. C’è la massima disponibilità del sindaco Lucio Greco e di tutta l’amministrazione comunale”. Il tavolo tecnico che si cercherà di attivare potrebbe diventare un osservatorio istituzionale, per monitorare l’intera fascia trasformata, che dalla Riserva Biviere arriva fino al territorio della provincia iblea.