Gela. Le “operazioni di recupero” sono previste nell’impianto Ecorigen, nell’area industriale di Eni. Come abbiamo riportato, il dipartimento regionale acqua e rifiuti ha autorizzato l’importazione, dalla Francia, di “catalizzatori esauriti contenenti metalli di transizione pericolosi o composti di metalli di transizione pericolosi” e “catalizzatori esauriti contaminati da sostanze pericolose”. Potrà giungere materiale per un quantitativo complessivo di 500,00 Mg, attraverso “35 spedizioni”, fino al 31 dicembre prossimo. Emanuele Amato, presidente dell’associazione “Amici della Terra Gela” e componente del gruppo dei Verdi, considera molto grave che in città continuino a essere trasferiti materiali e rifiuti pericolosi. “Perché accade? Il nostro è un territorio già a elevato rischio ambientale – precisa – come si fa ad autorizzare l’importazione di materiali pericolosi e tossici, che verranno lavorati nel nostro territorio. Sarebbe questa la riconversione? Le bonifiche non sono mai state completate. Sono state realizzate operazioni di messa in sicurezza ma le nostre falde sono inquinate in maniera permanente. E’ un territorio saturo e si ammalano anche i giovani”. Amato si rivolge all’amministrazione comunale e più in generale alla rappresentanza istituzionale. “Non sento nessuno parlare di bonifiche mai completate – continua – come mai questo tema non viene più ripreso dai tanti onorevoli del nostro territorio? Invito il sindaco a istituire un tavolo permanente, per valutare lo stato delle bonifiche e le condizioni attuali di un territorio ancora a forte rischio ambientale”.
Amato e gli altri esponenti locali dei Verdi intendono informare il portavoce nazionale di “Europa Verde”, il parlamentare Avs Angelo Bonelli. “Quella dei rifiuti pericolosi che arrivano dalla Francia in città è una questione che va approfondita – conclude Amato – lo faremo informando i nostri riferimenti nazionali e lo stesso Bonelli”.
Si, avviamo un altro tavolo però questa volta quello della zecchinetta, almeno ci guadagniamo qualche cosa.
Abbacuc