Gela. Sono accusati di aver smaltito illecitamente rifiuti pericolosi, in una vasta area a Passo di Piazza, a poca distanza dalla zona protetta del Biviere. Quattro indagati, attualmente sottoposti all’obbligo di presentazione, oggi sono stati davanti al gip Francesca Pulvirenti. Solo Roberto Fontana, difeso dall’avvocato Giuseppe Cascino, ha risposto alle domande, riferendo la propria versione dei fatti. Secondo i pm della procura e i poliziotti del commissariato, i rifiuti speciali venivano dati alle fiamme, dopo essere stati stoccati proprio a Passo di Piazza. In totale, in questa ulteriore inchiesta, sono quattordici gli indagati e gli inquirenti hanno sequestrato diversi mezzi. Emanuele Fontana, fratello di Roberto, si è invece avvalso della facoltà di non rispondere (è a sua volta difeso dal legale Giuseppe Cascino). E’ lo stesso “padroncino” che un anno fa venne sottoposto a misura, sempre per smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, soprattutto plastica. I pm della procura e i poliziotti del commissariato hanno posto molta attenzione sull’area rurale, che era stata trasformata in discarica. Ha preferito non parlate anche Jonathan Pirone, a sua volta sottoposto a misura. E’ assistito dall’avvocato Tommaso Vespo e davanti al gip ha deciso di non rispondere. Lo stesso ha fatto Emanuele Marino, difeso dal legale Mirko Maniglia.
La procura, con quest’ultima operazione, ha chiesto e ottenuto provvedimenti di sequestro anche per i mezzi dei “padroncini”. Pare che lo smaltimento irregolare fosse costante, con danni anche di tipo ambientale. Gli approfondimenti giornalistici di “Trincee” avevano condotto proprio alle aree poi finite all’attenzione degli inquirenti, che nelle scorse settimane hanno eseguito un’ulteriore attività investigativa, con indagati, mezzi messi sotto chiave e aree sequestrate dal Noe dei carabinieri. Il ciclo dello smaltimento illecito dei rifiuti pericolosi sembra passare soprattutto dai “padroncini” che si muovono tra le aree rurali della città. Le difese potrebbero rivolgersi al riesame.