Gela. Rifiuti dati alle fiamme a ridosso delle abitazioni
e cisterne in amianto per la raccolta dell’acqua, che viene poi erogata nelle case di centinaia di famiglie.
Incendi a cisterne d’amianto. Ad Albani Roccella, tra le palazzine popolari, l’emergenza non finisce mai. Diverse aree incolte sono diventate vere e proprie discariche abusive e, nonostante le segnalazioni giunte dai residenti, non è partita la bonifica. Così, ad avere gioco facile sono stati gli incendiari che hanno dato fuoco ai cumuli, immettendo in atmosfera sostanze pericolose, senza peraltro curarsi delle abitazioni a ridosso. “E’ una realtà che non può essere tollerata – dice il consigliere comunale grillino Angelo Amato reduce da un sopralluogo nella zona – intere aree ricoperte dai rifiuti vengono lasciate all’abbandono, favorendo gli incendi”.
I residenti delle palazzine popolari, alcuni dei quali hanno anche stoppato l’eventuale iter per l’acquisto definitivo degli immobili proprio a causa dell’emergenza costante che si vive nella zona, da tempo chiedono anche la sostituzione delle cisterne dell’acqua, totalmente in amianto. Neanche su questo fronte sono arrivati sviluppi. “E’ impensabile che centinaia di famiglie – conclude Amato – debbano sopportare una quotidianità ai limiti. Esiste un bilancio partecipativo e ci sono fondi stanziati per i quartieri. Perché nessuno fa niente? Siamo impegnati a parlare di elezioni regionali e sfiducia e dimentichiamo quello che vivono ogni giorno i residenti di Albani Roccella, dove manca anche l’illuminazione pubblica, e di tanti altri quartieri dimenticati della città”.