Rete ospedaliera, Di Stefano: "Basta umiliazioni per la città, da Regione metodo inaccettabile"
Il primo cittadino e l'assessore alla sanità Filippo Franzone avevano già preannunciato l'intenzione di impugnare l'eventuale provvedimento regionale che sarà varato ufficialmente e l'amministrazione non cambia linea
Gela. La nuova rete ospedaliera, che ieri il governo regionale ha varato, in attesa di ulteriori passaggi obbligatori, non convince già da tempo l'amministrazione comunale e il sindaco Di Stefano lo ribadisce. “Il governo regionale ha approvato, ancora una volta senza alcun confronto con i territori e con i sindaci, l’ennesima bozza della nuova pianta ospedaliera della Regione Siciliana. Un provvedimento calato dall’alto, quasi come un colpo di Stato istituzionale, che mortifica le comunità locali, ignora le richieste avanzate dai sindaci e non tiene conto dei tavoli di confronto aperti con associazioni, comitati e cittadini. Il caso di Gela è emblematico e gravissimo. Nonostante il nostro territorio sia riconosciuto come area del Sito di Interesse Nazionale, con tutti i problemi ambientali e sanitari che ne conseguono, la Regione ha deciso di ridurre ulteriormente i posti letto, cancellando di fatto il diritto dei cittadini ad avere una sanità dignitosa. Sono state prese decisioni in totale contraddizione – dice Di Stefano - è stata prevista l’attivazione di una nuova Unità di Terapia Intensiva Neonatale a Caltanissetta, mentre quella già prevista per Gela nella pianta del 2019 non è mai stata resa operativa. È stata trasformata la radioterapia di Caltanissetta da semplice a complessa, sottraendo ulteriori competenze a Gela e svilendo il ruolo che il nostro ospedale dovrebbe avere per l’intero comprensorio. Si giustifica questa politica di tagli e spostamenti con presunti calcoli matematici richiesti dallo Stato centrale ma la realtà dimostra che non vi è alcuna logica di razionalizzazione: si taglia a Gela, mentre altrove si aprono nuovi reparti”. Il primo cittadino e l'assessore alla sanità Filippo Franzone avevano già preannunciato l'intenzione di impugnare l'eventuale provvedimento regionale che sarà varato ufficialmente e l'amministrazione non cambia linea. “A ciò si aggiunge l’inaccettabile metodo, i sindaci furono coinvolti solo per la prima bozza, mesi fa. Oggi siamo arrivati alla settima, forse ottava versione, senza che i territori siano stati minimamente informati o ascoltati. Una grave mancanza di rispetto istituzionale verso chi rappresenta i cittadini e ha il dovere di tutelarne la salute. La situazione a Gela è drammatica: reparti chiusi o ridimensionati, carenza cronica di medici, infermieri e operatori sanitari costretti a turni estenuanti, servizi essenziali che esistono solo “sulla carta” ma che non sono mai stati attivati nonostante le promesse dell’Assessorato regionale. Come sindaco di Gela- aggiunge Di Stefano - ribadisco con forza che non siamo disposti ad accettare questa ennesima umiliazione. Se la Regione continuerà a portare avanti questo scempio sanitario senza aprire un dialogo serio e costruttivo con i territori, ci riserviamo di impugnare gli atti e presentare ricorso nelle sedi competenti per bloccare una riforma che colpisce ingiustamente la nostra comunità. ll territorio di Gela, già martoriato da decenni di industrializzazione e inquinamento, non può e non deve essere ulteriormente penalizzato. Chiediamo il ripristino e l’attivazione immediata dei reparti previsti e una sanità pubblica degna di questo nome, al servizio dei cittadini e non di logiche politiche incomprensibili".
In foto Di Stefano insieme all'assessore Franzone, al presidente del consiglio Giudice e all'assessore Caci
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