Gela. Tra i campi, nelle aree rurali locali, gli ostacoli sono molteplici e i disservizi, praticamente quotidiani. Da mesi, gli operatori fanno i conti con l’acqua che non c’è, soprattutto a causa di dighe che non riescono a servire il territorio. Negli ultimi giorni, anche quella poca a disposizione, non si è vista. Altri due guasti alla rete, nella zona di Giavarone e nel tratto che serve la vasca di Settefarine, hanno bloccato ogni tipo di distribuzione. Gli operatori del Consorzio di bonifica hanno avviato gli interventi necessari per i ripristini, ma la preoccupazione tra gli agricoltori aumenta ancora. Tante coltivazioni sono a rischio e molti hanno deciso di non effettuare nuovi innesti. C’è chi parla di “un dramma”, con tante aziende che non riescono a far quadrare i conti e di conseguenza il lavoro svanisce. La distribuzione idrica, quest’anno, è stata ai minimi. Ancora oggi, in piena estate, si sconta il prezzo, molto salato, dell’acqua che tra marzo e aprile è stata sversata in mare.
Ingenti quantitativi invasati a Disueri non sono stati destinati alle campagne e a Cimia, inoltre, la disponibilità è stata decisamente inferiore rispetto a quanto era stato inizialmente preventivato, anche dalla Regione. Per chi lavora tra i campi, la rete è “un vero e proprio colabrodo”. Gli operatori attendono, ancora adesso, un vero interessamento della politica, mentre ieri il sindaco Lucio Greco ha toccato il tema nel corso del tavolo istituzionale avuto con l’assessore regionale Daniela Baglieri. Per tanti imprenditori locali, è stato un anno di sole sofferenze economiche e la rabbia monta, in vista dei prossimi mesi.