Gela. Arriva in aula consiliare il rendiconto 2013 e il pensiero va alla Corte dei conti e alle richieste di pagamento già adempiute da molti esponenti del civico consesso. In aula, anche questa volta, è andato in scena un vero e proprio tutti contro tutti.
La maggioranza consiliare, sulla carta a sostegno del sindaco Angelo Fasulo, dimostra evidente fragilità. Tutto rinviato a questa sera, dopo la caduta del numero legale. Ma, comunque, non sono mancate le critiche alla giunta.
Proprio il sindaco Angelo Fasulo ha aperto le danze. “Propongo – ha precisato – un rinvio della seduta di modo da integrare l’ordine del giorno con la delibera appena approvata dalla giunta contenente le misure d’aggiustamento scaturite dalle osservazioni della Corte dei conti”. Una proposta che ha generato ulteriore bagarre.
Anche l’esordio non era stato dei migliori. Il presidente Giuseppe Fava ha dato lettura di una nota inviata dal commissario ad acta regionale. In soldoni, il rendiconto va approvato entro il termine ultimo del 22 ottobre. In caso contrario, stando alla nota, sarà proprio il commissario a prendere in mano la procedura, facendo scattare le relative sanzioni: ovvero, sospensione del civico consesso e successivo scioglimento. Insomma, si salvi chi può?
Il consigliere di Scelta Civica Salvatore Gallo, nel suo intervento, è stato decisamente chiaro. “Le osservazioni arrivate dalla Corte dei conti – ha detto – sono solo l’inizio. Nella relazione dei revisori al rendiconto arrivato in aula, si parla di gravi irregolarità contabili. A questo punto, voglio sapere se, dato che la redazione del bilancio di previsione 2013 è precedente agli inviti a dedurre arrivati dalla corte, ci sia il rischio di reiterare la stessa condotta già contestata approvando il rendiconto. E’ possibile contabilizzare i debiti fuori bilancio prima di approvarlo? E’ legittimo tenere fuori bilancio debiti per più esercizi consecutivi? I debiti dei singoli settori comunali sono stati indicati? Tutto ciò può incidere sul bilancio di previsione 2014? Ovviamente, pongo questi quesiti al sindaco, con delega al bilancio, che però è assente in aula”.
La dose è stata rincarata dal consigliere indipendente Antonino Ventura. “Se dalle verifiche effettuate – ha precisato – dovesse risultare l’omissione di debiti fuori bilancio, chiedo che vengano comunque valutati e contabilizzati anche se dovessero causare lo sforamento del patto di stabilità e, inoltre, voglio che a farsene carico siano gli organi competenti, dal sindaco alla presidenza del consiglio passando per il collegio dei revisori”.
La tensione si è fatta ancora più intensa quando ad intervenire è stato il socialista Piero Lo Nigro, aspramente critico verso il contenuto della nota fatta recapitare dal commissario ad acta regionale. “Siamo davanti ad un argomento – ha attaccato – oggetto di continue speculazioni. Si è fatto terrorismo mediatico. Trovo, però, inaccettabile la nota. Si convochi immediatamente il commissario ad acta. C’è troppa confusione. Quindi, se il consiglio comunale dovesse bocciare il rendiconto 2013, cosa accadrebbe? Dovrebbe per forza essere sciolto? Non condivido per nulla quest’interpretazione della normativa. Allora, se nel novembre 2010, a pochi mesi di distanza dal nostro insediamento, avessimo scelto di bocciare il rendiconto 2009, peraltro relativo ad una diversa amministrazione, ci avrebbero subito sciolti?”.
Accuse politiche al vetriolo in direzione del sindaco, intanto rientrato in aula, sono arrivate dal consigliere del suo stesso partito Enrico Vella. “In questa città – è intervenuto – si continua a fare solo confusione per tutelare interessi personali. Manca un agire collettivo. Sul rendiconto, dopo quello che è successo con la Corte dei conti e dopo aver già pagato di tasca mia, non oso neanche interloquire. Purtroppo, quest’amministrazione rimane ferma su posizioni contestate anche dai magistrati contabili. La strategia politica adottata dal sindaco e dalla presidenza del consiglio ha paralizzato l’aula. Il limite è politico. Il sindaco, infatti, ha preferito circondarsi di quelli che, in campagna elettorale, erano stati nostri avversari schierati tra le fila delle liste a sostegno di Lillo Speziale”.
Dopo varie contestazioni in direzione della presidenza del consiglio, è stato l’esponente Udc Guido Siragusa, stanco di non poter prendere la parola, a chiedere la verifica di un numero legale che non c’era più. Quindi, ranghi sciolti in anticipo e parti mai tanto divise.