Gela. L’iter per i lavori più urgenti al porto rifugio è sull’orlo di arenarsi, per l’ennesima volta. A quanto pare, a Palermo non tutto gira come dovrebbe. Ci sono ritardi da parte del dipartimento regionale della protezione civile, che non ha ancora inoltrato l’integrazione alla documentazione tecnica, richiesta dalla sottocommissione Via del Ministero dell’ambiente. “Se va avanti così – dice il senatore grillino Pietro Lorefice – si rischia anche la bocciatura e si dovrà ricominciare da capo. Quotidianamente, ho contatti con il Ministero dell’ambiente per monitorare la procedura. La Regione non ha ancora trasmesso integrazioni che riguardano soprattutto gli interventi sul braccio di ponente del porto rifugio. Mi avevano assicurato che avrebbero proceduto prima possibile. Addirittura, i responsabili non rispondono neanche al telefono”. Tempi lunghi che preoccupano i componenti del comitato pro-porto, che sarebbero intenzionati ad informare la prefettura di Caltanissetta, ma anche il consigliere comunale del Movimento cinque stelle Virginia Farruggia, che oggi era con Lorefice durante una breve visita al porto rifugio, da anni bloccato dall’insabbiamento.
“La situazione è molto grave”, dice Farruggia. Se dalla Regione non dovessero arrivare le integrazioni documentali richieste, la sottocommissione ministeriale si troverebbe in mano carte monche, con il pericolo di dover bocciare la procedura, finanziata con quasi sei milioni di euro, per interventi di escavo e sul braccio di ponente.