Gela. I casi, in città, sarebbero centinaia e ci sono indagini già chiuse. I pm della procura stanno proseguendo le verifiche investigative sul reddito di cittadinanza e su presunte irregolarità nel riconoscimento del beneficio. Tra gli altri accertamenti, ci sono quelli condotti su percettori, che però sono risultati congiunti di detenuti. In base alle accuse, non avrebbero dichiarato di essere in questa condizione, al momento di avanzare la richiesta. Il beneficio non può essere riconosciuto ai congiunti di detenuti. Nelle dichiarazioni prodotte per ottenere il sussidio mensile, non ci sarebbe mai stata traccia di questi dati. Per diversi percettori finiti sotto verifica, le indagini sono state chiuse, con i relativi avvisi notificati ai difensori. Nelle ultime settimane, lo stesso si è verificato per un gruppo di destinatari del reddito, a loro volta sotto indagine per non aver dato comunicazione dello stato di detenzione di loro congiunti (i coinvolti sono difesi dall’avvocato Rosario Prudenti).
Da tempo, i magistrati della procura lavorano su presunte truffe e violazioni della normativa legata al reddito di cittadinanza. Indagini hanno toccato ambulanti, senza licenza e in nero, che allo stesso tempo ricevevano il sussidio. Accertamenti sono stati condotti, inoltre, sul reddito di cittadinanza riconosciuto a percettori, risultati pregiudicati per reati di mafia.