Gela. Le motivazioni verranno successivamente depositate. I giudici di Cassazione, intanto, hanno emesso un dispositivo che annulla con rinvio il provvedimento di confisca di beni, che tre anni fa riguardò l’imprenditore Valerio Longo e la consorte, Monica Rinzivillo. Dovranno essere nuovamente i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta a pronunciarsi. Il ricorso, dopo la conferma della confisca sia in primo che in secondo grado, è stato proposto dal legale di difesa, l’avvocato Giovanni Lomonaco. Tre anni fa, il provvedimento eseguito dalla Dia nissena mise sotto chiave diverse società ma anche immobili, conti corrente e due Maserati. Per gli inquirenti, Longo è da tempo un imprenditore di riferimento del gruppo di mafia dei Rinzivillo, anche in relazione alla parentela della moglie con i fratelli Rinzivillo, alla testa dell’omonimo clan.
In passato, ci furono pronunce nei loro confronti. La difesa ha però contestato il fondamento del provvedimento di confisca e la Cassazione ha stabilito che la Corte d’appello dovrà ritornare sulla vicenda. Attualmente, proprio Longo è a processo davanti ai giudici del tribunale di Gela, in un procedimento che riguarda l’intestazione di beni. Secondo i pm della Dda nissena, infatti, ci sarebbero state violazioni proprio per evitare che alcune disponibilità potessero finire sotto confisca.