Rapina nell'ufficio postale, chiesta misura di sicurezza per l'imputato a giudizio
Per la procura, è comunque pericoloso
Gela. Un anno fa, entrò nell'ufficio postale di via Verga e strattonando uno degli addetti portò via denaro. Per Rosario Tallarita, nei cui confronti è partito il giudizio con l'accusa di rapina, davanti al collegio penale del tribunale è stata avanzata una richiesta di misura di sicurezza, con la collocazione presso una struttura specialistica. Per la procura, è comunque pericoloso. La difesa, sostenuta dal legale Rosario Prudenti, ha già insistito sulla condizione psichica dell'imputato. I poliziotti del commissariato lo rintracciarono nell'arco di poche ore. Agì a volto scoperto e non ci furono dubbi sulla sua individuazione. L'operatore dell'ufficio postale riportò escoriazioni nel tentativo di impedire che Tallarita potesse impossessarsi del denaro. La difesa ha avanzato una richiesta di misura alternativa alla detenzione in carcere, eventualmente con i domiciliari presso una Cta, per consentire un trattamento terapeutico specifico. Il collegio penale del tribunale si è riservato di decidere.
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