Randagi in strada e accalappiamento fermo, tanti soldi spesi e pochi risultati

 
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Gela. La massiccia presenza di randagi, in diverse zone della città, è da tempo uno dei fronti di pericolo che l’amministrazione comunale non riesce ad arginare. Gli attacchi sono quasi all’ordine del giorno, l’ultimo nei pressi della stazione ferroviaria. Tanti cittadini hanno dovuto sopportarne le conseguenze. Nonostante i rischi, attualmente non è attivo il servizio di perlustrazione e accalappiamento. Manca un’azienda che possa svolgerlo e gli uffici comunali non sono ancora riusciti ad individuarla. “Il servizio è fermo”, conferma Virginia Farruggia, presidente della commissione comunale ambiente e sanità, che da diverso tempo segue l’intera vicenda. I tecnici comunali, negli ultimi giorni, hanno individuato cinque società, che a questo punto dovrebbero formulare una loro offerta, dopo che la chiamata tramite Mepa è andata deserta. In municipio, sono disponibili poco più di trentacinquemila euro, per una durata iniziale di undici mesi. Tra le attività, è previsto pure il trasporto dei randagi, che finiscono normalmente in una struttura di Caltanissetta, data l’assenza di un canile municipale.

Soldi spesi e tanti dubbi sull’efficienza del servizio. Dietro all’irrisolto “enigma” dei randagi, però, sembra esserci molto altro. I costi fino ad oggi sostenuti, i dubbi sull’efficienza del servizio svolto, la mole di soldi pubblici necessaria a garantire il trasporto dei cani fuori città (che fa schizzare il peso economico sopportato dal municipio), ma anche la storica mancanza di un canile comunale, tra le poche soluzioni in grado di bloccare l’emorragia finanziaria. “E’ una vicenda che vogliamo continuare ad approfondire – dice Virginia Farruggia – in questi mesi, abbiamo chiesto dati ancora più precisi agli uffici dell’ente e all’assessore, ma fino ad ora le risposte non sono state così proficue, anzi”. Davanti all’emergenza continua, non sono da escludere eventuali nuovi sviluppi, anche tra le stanze del municipio.

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