Raffineria, il Cnr sollecita la copertura del parco Coke

 
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Gela. Gela fa parte dei 44 siti inquinati dove la mortalità è risultata del 15% più elevata di quella media regionale. Ad affermarlo sono i ricercatori dello studio “Sentieri”, coordinato dall’Istituto superiore di sanità, in collaborazione con l’università La Sapienza, il Centro europeo ambiente e Salute Oms, il dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio e l’istituto di fisiologia clinica del Cnr.

Questo studio, spiegano i ricercatori, “ha evidenziato una serie di patologie in eccesso, come tumore del polmone, disturbi cardiovascolari e respiratori, asma nei bambini o malattie renali, per le quali è indispensabile un accurato monitoraggio epidemiologico che includa l’analisi della contaminazione dell’aria, del suolo, delle acque e della catena alimentare”.

Intanto, mentre la Raffineria del colosso Eni ha annunciato la copertura del parco coke, Fabrizio Bianchi, dell’Istituto di fisiologia clinica del Centro nazionale ricerca (Cnr) ha ammesso che “non si può più ignorare il problema dell’esposizione al carbone, anche di pessima qualità. I cittadini respirano tutto quello che il vento trasporta”, compresi i carbonili, ossia i contenitori di carbone. L’impianto di contrada Piana del Signore secondo Bianchi “crea una situazione pesante come a Porte Tolle. Colpa del pet-coke”.

Lo stesso ricercatore accusa la mancanza di “studi in grado di dimostrare questa correlazione, dove non si possono ignorare gli eccessi di tumori e delle malattie respiratorie che vengono fuori non sono in relazione al dato nazionale ma anche rispetto ai comuni limitrofi Il problema oltre il pet-coke riguarda “anche il benzene o l’arsenico conclude Bianchi – Infatti, è stato riscontrato un alto quantitativo di arsenico nelle urine”.

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