Gela. Sono stati dismessi e bonificati 77 dei 121 serbatoi e 39 impianti dei complessivi 59 realizzati all’interno della fabbrica Eni
di contrada Piana del Signore. La costituenda bio raffineria utilizzerà i restanti 20 impianti e 44 serbatoi ma dopo le opportune migliorie anche in termini di sicurezza. Questi interventi di riconversione e risanamento ambientale della Raffineria, dalla firma del protocollo fino a fine luglio 2017, hanno permesso di avviare 164 cantieri, 88 dei quali completati, e garantire occupazione a 1.600 unità con una media di 1.450 invece dei 1.000 previsti al Mise nel novembre 2014.
L’impegno economico complessivo, fino ad oggi sostenuto, ammonta a circa 555 milioni di euro.
Nel campo del risanamento ambientale la spesa sostenuta a luglio ha raggiunto i 110 milioni di euro, a cui corrispondono 38 cantieri avviati, 13 dei quali già completati.
“Negli ultimi mesi dell’anno si prevede un ulteriore aumento del numero di risorse dell’indotto – assicura Alfredo Barbaro, amministratore delegato di Rage – grazie all’avvio della fase di completamento della riconversione della Raffineria che a giugno 2018 avvierà lo Steam Reforming, primo dei tre blocchi che comporranno la Green refinery”.
Le bonifiche sono state affidate all’associazione temporanea d’impresa “Simam-Haemers-Icaro Ecology” che con l’ingegnere Jan Haemers e Gianfranco Caccamo ha descritto l’innovativa iniziativa già attivata nella Vasca A della zona 2 nel perimetro interno di 500 ettari della fabbrica Eni. All’interno della vasca di 63 mila metri cubi sono stati eliminati dalla superficie i prodotti inquinanti e, tramite tubi che scaldano la terra fino a 300 gradi centigradi, si pensa di separare e recuperare anche i vapori.