“Quell’abitazione a Manfria è abusiva”, si demolisce? No, il Tar blocca tutto

 
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Gela. Per i tecnici comunali, l’immobile realizzato a Manfria è abusivo, quindi da abbattere; il proprietario ha contestato il provvedimento targato Palazzo di Città, ottenendo il sì dei giudici del tribunale amministrativo di Palermo. Morale della favola? L’immobile contestato rimane in piedi.

E’ stato il legale di fiducia del proprietario, l’avvocato Rochelio Pizzardi, ad impugnare davanti ai magistrati amministrativi sia l’ordinanza di demolizione emessa nel luglio di due anni fa che l’accertamento d’inottemperanza all’obbligo di demolire dell’aprile dell’anno successivo. Stando ai giudici del tar, infatti, “considerato che dalla presentazione dell’istanza di sanatoria consegue la perdita di efficacia dell’ordinanza di demolizione e che il riesame dell’abusività dell’opera comporta la necessaria formazione di un nuovo provvedimento, esplicito o implicito, di accoglimento o di rigetto, che vale comunque a superare il provvedimento sanzionatorio, ne consegue che l’atto di accertamento di inottemperanza si riferisce ad un’ordinanza di demolizione divenuta oramai inefficace, ragion per cui detto atto deve essere annullato”.
Davanti all’ordinanza di demolizione dell’immobile, il proprietario del lotto di terreno aveva scelto di presentare un’istanza di sanatoria. Sono stati rigettati, invece, i motivi addotti dal legale di fiducia dell’ente comunale per giustificare il provvedimento di demolizione.
“Il collegio – scrivono i giudici – rileva che i motivi sopra elencati sono stati esternati in parte nel preavviso di rigetto, in parte nell’ordinanza di demolizione divenuta inefficace a seguito della presentazione della domanda di sanatoria, in parte nell’atto di accertamento d’inottemperanza all’ordine di demolizione affetto da illegittimità derivata, senza che tuttavia nessuno di essi risulti essere stato esternato nel provvedimento di diniego di sanatoria impugnato che, pertanto, non resiste alle censure proposte dal ricorrente in ordine al difetto di motivazione”. Almeno per il momento, e salvo colpi di scena, a Manfria non arriveranno le ruspe.

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