Gela. Cadono le accuse e scatta l’assoluzione per tre operai finiti a processo. “Erano rifiuti”. “Il fatto non sussiste”, così il giudice Chiara Raffiotta ha assolto Antonino Di Modica, Giuseppe Caci e Mario Germano. Erano accusati di ricettazione perché, secondo i magistrati della procura, avrebbero rubato una serie di cavi di rame da ripiazzare sul mercato. Il pubblico ministero Sonia Tramontana, dati i loro precedenti penali, aveva chiesto due anni e otto mesi di reclusione ciascuno. Passa, così, la linea di difesa organizzata dai loro legali di fiducia, gli avvocati Giovanna Zappulla, Nicoletta Cauchi e Stefania Valente. “La richiesta di condanna – ha spiegato l’avvocato Zappulla – non ha alcun legame con i fatti verificatisi. Gli imputati si limitarono a caricare materiale in disuso abbandonato lungo le spiagge. Parliamo di rifiuti che, solo dopo, vennero lavorati per cercare di ricavare quel poco di rame presente e, così, cercare di guadagnare qualche euro in più. I carabinieri che li fermarono non effettuarono nessun riscontro sui luoghi”. Una ricostruzione portata avanti anche dagli altri legali di fiducia, gli avvocati Nicoletta Cauchi e Stefania Valente. Alla fine, il giudice Raffiotta ha deciso per l’assoluzione.