Gela. “Ergastoli da confermare”, il procuratore generale è stato chiaro nel corso della requisitoria conclusiva del processo d’appello che vede alla sbarra Emanuele Argenti, Emanuele Emmanuello e Salvatore Morello.
I tre sono accusati di aver preso parte alla pianificazione e alla successiva esecuzione di almeno tre azioni di fuoco, costate la vita a quattro rivali di cosca. Già in primo grado, agli imputati venne inferto l’ergastolo.
La decisione pronunciata, però, è stata impugnata dai legali di difesa, gli avvocati Flavio Sinatra e Sergio Monaco. Davanti ai giudici della corte d’assise d’appello di Caltanissetta, il procuratore generale ha confermato le conclusioni, ribadendo la responsabilità dei tre che finirono al centro del blitz antimafia “Genesis”.
Tra gli omicidi che vengono contestati dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, anche quelli di Orazio Coccomini e Salvatore Lauretta, decisivi per aprire la guerra di mafia in città.
Al centro del processo, inoltre, c’è la sparizione di Giacomo Di Stefano, stando alle accuse vittima di lupara bianca. Le famiglie delle vittime hanno deciso di costituirsi in giudizio come parti civili, rappresentate dagli avvocati Carmelo Tuccio e Giovanni Cannizzaro che, a loro volta, hanno chiesto in aula la conferma dei tre ergastoli.
Il prossimo 23 maggio, la parola passerà agli avvocati difensori.