Gela. Rimane in carcere il cinquantottenne Crocifisso Pingo. E’ accusato del tentato omicidio della compagna. Tra i due i rapporti si erano interrotti da qualche tempo. I giudici del tribunale del riesame di Torino non hanno accolto il ricorso presentato dal legale del gelese, l’avvocato Matteo Massaia. L’uomo da decenni ormai viveva nel capoluogo piemontese insieme a Patrizia Burzotta. Dalla loro relazione sono nati due figli. La donna, però, ha deciso di interromperla. In base a quanto ricostruito dai carabinieri e dai pm torinesi, pare che il cinquantottenne non si fosse rassegnato e dopo un breve ritorno in Sicilia ha fatto rientro a Torino. Ha accoltellato la cinquantaquattrenne all’interno dell’abitazione di famiglia, al termine di un nuovo tentativo di riavvicinamento.
Almeno quattordici coltellate, che hanno gravemente ferito la vittima, colpita anche al volto. E’ stato necessario un intervento chirurgico d’urgenza. Secondo i giudici del riesame non ci sono le condizioni per riconoscere a Pingo una misura diversa dalla detenzione in carcere, soprattutto davanti ad un’azione così brutale.