“Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”: Indotto Eni rischia caos

 
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Gela. L’indotto della fabbrica Eni rischia di tracimare verso il caos. Dopo l’annuncio del paventato taglio di sessantun’operai giunto direttamente dai dirigenti della società Smim: i segretari dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil prendono posizione.

“Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. Così, commentano l’esito di un lungo periodo fatto di accordi siglati e, quasi in automatico, mai rispettati. Mentre gli operai attualmente impegnati in fabbrica sopportano decine di ore di straordinario: più di cento loro colleghi si trovano ancora fuori dai cancelli della fabbrica.
Stando ai segretari Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese, molti imprenditori, pur di non riassorbire i lavoratori usciti dal ciclo produttivo, starebbero utilizzando meccanismi tutt’altro che corretti.
Si farebbe ricorso, addirittura, anche alle agenzie di lavoro interinale allo scopo di utilizzare, per limitati periodi di tempo, personale esterno all’indotto Eni. Per questa ragione, i rappresentanti sindacali di Fiom, Fim e Uilm, sono già pronti ad azioni plateali finalizzate a dimostrare tutta la loro contrarietà davanti alla violazione degli accordi conclusi sia in prefettura che nelle sedi istituzionali di Confindustria.
Neanche la graduale ripresa della produzione in fabbrica, a differenza delle promesse, sembra aver riportato la calma.

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