Gela. Si sarebbe accanita contro la maestra della figlia, tanto da aggredirla, colpendola più volte con pugni e calci. E’ stata confermata, dai giudici della Corte di appello di Caltanissetta, la condanna ai danni di una donna, accusata proprio dell’aggressione alla maestra. Secondo l’imputata, l’insegnante avrebbe duramente ripreso la figlia, tirandola via per un orecchio. Una versione, però, che non ha trovato riscontro. La maestra finì in ospedale e i medici accertarono le tante ferite riportate, oltre allo shock subito dopo l’accaduto. Le vennero riconosciuti oltre quaranta giorni di prognosi. I giudici di appello nisseni hanno confermato la condanna a dieci mesi di reclusione, già emessa, in primo grado, dal gup del tribunale di Gela.
La violenza a scuola. La donna, difesa dall’avvocato Vittorio Giardino, ha sempre escluso di aver premeditato l’aggressione, spiegando comunque di non aver arrecato i danni lamentati dalla vittima. Per questa ragione, era stata prodotta anche una perizia di parte. Il legale dell’insegnante, l’avvocato Davide Limoncello, invece, ha insistito per la conferma della condanna, facendo leva soprattutto su quanto accertato dai medici. La donna aggredita si è costituita parte civile. I fatti si verificarono al termine delle lezioni, all’interno dell’istituto scolastico, davanti alla figlia dell’imputata. Solo l’intervento dei colleghi della maestra e del personale scolastico, consentì di mettere fine alla violenza.