Gela. Il caso Eni, dopo le recenti richieste arrivate dai segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, si arricchisce di nuovi contorni. “Abbiamo scritto al ministero”. Adesso, la giunta comunale del sindaco Domenico Messinese ha scritto direttamente al Ministero dello sviluppo economico. L’amministrazione chiede un immediato incontro per valutare l’effettiva attuazione del protocollo d’intesa varato lo scorso novembre. “Abbiamo ufficialmente scritto al ministero – spiega il vice sindaco e assessore Simone Siciliano – perché vogliamo fare chiarezza. Eni deve confermarci i tempi d’avvio della green refinery e degli altri investimenti produttivi già indicati nel protocollo. Non possiamo permetterci eventuali slittamenti. Ci sono decine di operai dell’indotto e altrettanti operatori del diretto che attendono risposte”. Il gruppo Eni, intanto, ha più volte confermato l’attuazione del programma d’investimenti da 2,2 miliardi di euro confluito nel protocollo d’intesa dello scorso novembre. “Non vogliamo assolutamente scavalcare i sindacati – continua Siciliano – siamo parte integrante della trattativa e chiediamo impegni certi non solo ad Eni ma a tutte le parti dell’intesa”.
Il vertice in prefettura. Intanto, nei prossimi giorni potrebbe tenersi un vertice in prefettura a Caltanissetta per valutare le modalità di attuazione del decreto di area di crisi complessa che dovrebbe assicurare l’attivazione di tranche straordinarie di ammortizzatori sociali e di sgravi fiscali e ulteriori facilitazioni per le aziende che intendessero investire in città, anche utilizzando le aree dismesse di raffineria Eni. “Stiamo aspettando una convocazione ufficiale – ammette lo stesso Siciliano – da quello che ci fanno sapere da Caltanissetta, il vertice dovrebbe tenersi in settimana. Al prefetto porremo un’unica questione, quella dell’accordo di programma che dovrebbe dare attuazione definitiva al decreto per l’area di crisi complessa”. Di recente, gli operai del’indotto della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore sono ritornati a protestare. Le loro aziende hanno difficoltà nel reperire commesse di lavoro e gli ammortizzatori sociali non sembrano bastare. Così, sit in sono stati organizzati, anche davanti agi uffici amministrativi di Eni, dai lavoratori di Cosime, Eurocoop, Eurotec, Elettroclima e Nuova X Gamma. Al ministero dello sviluppo economico, comunque, si dovrebbe fare il punto della situazione anche intorno alle autorizzazioni per l’avvio dei programmi d’esplorazione ed estrazione in mare previsti nel pacchetto d’investimenti da 2,2 miliardi di euro.