Gela. Alla fine, è riuscita ad attenuare la pena inflittale dal giudice Chiara Raffiotta. La cinquantanovenne Patrizia Anfuso è stata condannata a sei mesi di reclusione a conclusione di un procedimento chiuso dal suo legale di fiducia, l’avvocato Salvo Macrì, con una proposta di patteggiamento accolta dai magistrati della procura.
La donna, già destinataria di una precedente sentenza di condanna, era accusata di almeno tredici casi di truffa e violenza privata. In passato titolare di un centro per i servizi previdenziali, avrebbe promesso posti di lavoro, anche all’interno di importanti società, a diversi ex clienti e conoscenti.
Alcuni di loro, dopo le denunce sporte, si sono costituiti parti civili. Nonostante la mole di accuse nei suoi confronti, il patteggiamento proposto dal difensore le ha permesso di ottenere una condanna attenuata, in continuazione con la precedente.
La donna venne arrestata due anni fa dai carabinieri del reparto territoriale con l’accusa di aver intascato denaro da diversi clienti dietro promesse d’occupazione rivelatesi del tutto infondate.