Gela. Da almeno sette anni, del progetto “Ciliegino” si sono perse le tracce. Dopo la posa della prima pietra e gli iniziali lavori di sbancamento, tutto si è fermato. Ex proprietari delle aree espropriate mai pagati, procedure di occupazione che sono state oggetto di tante polemiche, fideiussioni sospette e investitori (veri) che non si sono mai materializzati. A Palazzo di Città si sono succedute tre diverse amministrazioni e una gestione commissariale, ma tutto tace. Doveva essere un maxi investimento, destinato a mutare il volto di una parte dell’economia locale (soprattutto di quella agricola), ma sono rimasti, forse, solo i tanti proclami della politica. La prossima settimana, potrebbero arrivare alcune novità. Il sindaco Lucio Greco sarà impegnato in una riunione, all’assessorato regionale energia, ma sviluppi potrebbero giungere anche dai giudici civili del tribunale. “Ci sarà un incontro in Regione – si limita a dire Greco – sto seguendo personalmente la vicenda. Ormai da troppi anni non si trovano soluzioni. Non possiamo permetterci altri costi in capo al Comune. Al momento, non posso dire di più”. Sul finire dello scorso anno, dopo l’interessamento manifestato anche da un fondo di investimento australiano, pare che il sindaco abbia riaperto colloqui con uno dei gruppi che nel recente passato avevano presentato garanzie a copertura dei costi, così da rilevare il progetto.
Il liquidatore dell’associazione “Airone”, che nell’area dei cantieri portava avanti un’aviosuperficie, ha comunicato di aver autorizzato un’azione esecutiva mobiliare nei confronti di Agroverde, che sarebbe del tutto inadempiente. Proprio dal versante giudiziario potrebbero giungere nuovi sviluppi, su una vicenda che rischia di creare una falla finanziaria nelle casse del Comune, che l’ente probabilmente non potrebbe sostenere.
I danni li state continuando a fare anche voi che scrivete, rendetevi conto che è una porcata da cima a fondo questa storia, continuate ad illudere la gente con i vostri articoli,
Per avere le autorizzazioni dalla regione hanno prodotto documenti falsi , con il compiacimento del dirigente che ha firmato le autorizzazioni, poiché le stesse autorizzazioni non erano dovute,