Gela. Ha chiesto la conferma delle condanne già emesse dai giudici di primo grado. Il procuratore generale presso la Corte d’assise d’appello di Caltanissetta, in sostanza, ha ribadito la linea d’accusa nei confronti di una decina di affiliati ed ex esponenti delle organizzazioni criminali locali.
Gli imputati devono rispondere delle accuse mosse nei loro confronti ed imperniate sulla maxi inchiesta antimafia “Tetragona” che, nel maggio di due anni fa, portò all’arresto di oltre sessanta presunti esponenti della criminalità organizzata locale, con sponde d’interessi anche in Liguria e Lombardia.
Nel corso dell’udienza celebrata ieri mattina, non è mancata la tensione. Un gruppo d’imputati, presente in aula, ha espressamente richiesto ai difensori di non aderire allo sciopero da alcuni giorni indetto proprio nel foro nisseno.
Così, i giudici d’appello sono stati costretti a spezzare nuovamente l’elenco degli imputati. Il procuratore generale ha concluso la sua arringa solo per gli imputati presenti che, in ogni caso, avevano chiesto di procedere.
I giudici hanno comunque predisposto ulteriori date di rinvio: fissate per il 7 gennaio e per il prossimo 27 febbraio. Alle richieste del procuratore generale, tutte tese alla conferma delle condanne di primo grado, si sono associati i legali di parte civile.
Diversi imprenditori finiti nel mirino degli affiliati, infatti, hanno scelto di costituirsi in giudizio. Gli imputati, invece, sono difesi da un pool d’avvocati composto anche da Flavio Sinatra, Giacomo Ventura, Angelo Licata e Davide Limoncello. Le parti civili, invece, sono rappresentate dai legali Giovanna Zappulla, Elisa Nuara, Giovanni Cannizzaro e Vittorio Giardino.