Gela. Ieri, come aveva già spiegato abbondantemente nelle ore successive alle urne delle regionali, il segretario provinciale del Pd Peppe Di Cristina ha rassegnato le proprie dimissioni, in attesa che il partito individui il successore. In assemblea, Di Cristina si è assunto “la responsabilità politica” del seggio all’Ars mancato dal partito. “Faccio un passo indietro affinché il partito ne possa fare uno avanti”, ha detto durante il suo intervento. Lascia la carica di guida provinciale ma sicuramente non pensa affatto ad un profilo basso. In città, dove ha sempre trovato un riscontro con il partito locale (anche se ci sono state occasioni di concordia non proprio assoluta), i dem iniziano a pianificare i prossimi appuntamenti interni. “Un’assemblea comunale è in programma per la prima decade di febbraio – dice il segretario cittadino Guido Siragusa che ha preso parte all’incontro di ieri a Caltanissetta – penso che prima si terrà una riunione dei segretari di circolo di tutta la provincia, per iniziare a delineare le proposte. Ieri, nel mio intervento, ritengo di essere stato molto chiaro. Ho detto che va rispettato il criterio della territorialità, in una provincia comunque da sempre composita. Nord e sud di questo territorio hanno vocazioni diverse. Questo vale anche per l’aspetto politico. Il vicesegretario nazionale Giuseppe Provenzano e i dirigenti hanno spiegato che questi criteri di rappresentanza saranno rispettati. Le dimissioni del segretario provinciale non erano dovute”. Il dopo Di Cristina è ancora tutto da scrivere ma Siragusa non esclude che il partito cittadino possa avere ancora una volta un ruolo importante. “Sono convinto che sul prossimo segretario provinciale serva una scelta unitaria, che non significa un nome votato all’unanimità. Mi riferisco invece – aggiunge – ad una decisione che prenda spunto da una logica di unità. Il Pd gelese ha nomi e profili da spendere. Non so se potranno essere quelli in grado di compattare sulla scelta finale. Lo vedremo tra qualche giorno”. I dem sono attesi inoltre da una fase congressuale che potrebbe mutare gli equilibri. “Non ci sono ordini di scuderia – conclude il segretario cittadino – ci sarà chi appoggerà Bonaccini e chi invece sosterrà il progetto della Schlein, così come chi si schiererà con Cuperlo. Sono modi diversi di vedere il partito. Io comunicherò la mia decisione. Penso comunque che questo dia la prova di un partito vivo che non è affatto a rischio scomparsa. Certo, fare sintesi non è mai semplice. Il Pd ha avuto fasi di grande successo ed ha avuto un ruolo di equilibratore, pagandolo a caro prezzo”.
Le dimissioni di Di Cristina, in una fase di chiara transizione per il partito ad ogni livello, non sembrano affatto un’ammaina bandiera delle ambizioni del gruppo locale. I democratici, in città, hanno abbandonato da tempo il progetto Greco e sono ancora assai freddi verso i progressisti locali (che a loro volta non stravedono affatto per gli attuali vertici dem). Intenderanno comunque avere voce in capitolo nella prospettiva delle amministrative del prossimo anno. Pensare ad un Pd relegato a comprimario nel centrosinistra non sembra plausibile.
PD a nomi da spendere ahahahah, e quale sarebbe sto nome