Gela. Omissioni e interventi ritenuti contro le norme di settore. Praticamente, l’intero
consiglio comunale ha sottoscritto il testo del ricorso endoprocedimentale preparato per contestare il contenuto
del parere sulla valutazione ambientale strategica al piano regolatore generale che rimane fermo tra i tavoli della regione. “Il divieto dei pozzi o la serricoltura autorizzabile solo per il tramite di coltivazioni fuori suolo o biologiche rischiano di uccidere definitivamente l’agricoltura locale – spiega il consigliere Piero Lo Nigro tra gli autori del testo e delle osservazioni – ma non sono le uniche storture. Il lotto minimo edificabile a tre ettari oppure quello C3 declassificato sono vere follie normative”.
L’iniziativa, dopo diversi giorni d’analisi, è stata sposata dalla quasi totalità dei consiglieri con poche eccezioni, compresa quella del presidente del consiglio Giuseppe Fava che ha scelto di non firmare per questioni di convenienza istituzionale.
Il ricorso è già stato inoltrato dall’ufficio di presidenza al presidente della regione e a quello dell’Ars senza dimenticare il presidente della commissione ambiente dell’Assemblea regionale, al Consiglio regionale urbanistica, al direttore generale del dipartimento urbanistica dell’assessorato all’ambiente, alla prefettura, al primo cittadino, al comitato tecnici dell’Unione europea e alla direzione generale territorio e ambiente. Tante sigle per altrettante contestazioni.
“Abbiamo lavorato in pool con molti altri colleghi – continua Lo Nigro – compresi Giuseppe Collura e Santo Giocolano. Ci siamo accorti di storture devastanti”.
Le presunte violazioni faranno scattare l’intervento della procura? “Al momento – conclude Lo Nigro – abbiamo optato per la strada del ricorso amministrativo. Se quelle che per noi sono delle violazioni continueranno ad essere mantenute, saremo i primi a rivolgerci alla procura”. Gli interessi in ballo con il nuovo piano regolatore generale agitano le acque su più sponde: da Palazzo di Città agli uffici palermitani della regione.