Quotidiano di Gela

Presunti raggiri sulle polizze assicurative, assolta la titolare di un'agenzia

Stando alla procura, i clienti pagavano ma senza avere una reale tutela assicurativa

A cura di Rosario Cauchi
22 aprile 2025 17:52
Presunti raggiri sulle polizze assicurative, assolta la titolare di un'agenzia -
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Gela. Diverse querele sono state ritirate nel corso del procedimento a suo carico e altre contestazioni erano ormai prescritte. Quelle ancora in essere, invece, sono venute meno al termine del giudizio. E' stata assolta, con la formula “il fatto non costituisce reato”, Cinzia D'Immé. Già responsabile di un'agenzia assicurativa in città, era accusata di presunti raggiri a danno dei clienti dell'attività. A lei si rivolgevano pure esponenti delle forze dell'ordine. Secondo le contestazioni dell'accusa, in diversi casi avrebbe incassato le somme per il rinnovo delle polizze assicurative senza garantire alcuna copertura effettiva. Stando alla procura, i clienti pagavano ma senza avere una reale tutela assicurativa. Ad alcuni capitò di essere fermati durante controlli ordinari e le forze dell'ordine si accorsero dell'assenza della copertura assicurativa. Una ricostruzione che ha condotto il pm Pamela Cellura, a conclusione della requisitoria, a richiedere la condanna a due anni per l'imputata. L'unica parte civile rimasta nel giudizio, con il legale Davide Limoncello, ha ribadito la responsabilità dell'assicuratrice, sottolineando che nel caso di specie, pur avendo versato il premio assicurativo la vettura sarebbe poi risultata priva di copertura, fino a essere sottoposta a fermo. Il legale dell'imputata, l'avvocato Flavio Sinatra, ha invece analizzato i singoli casi, precisando che in realtà l'attività condotta da D'Immé veniva costantemente monitorata da un ispettore autorizzato dalla compagnia madre. Ha escluso che la donna abbia mai trattenuto denaro per sé. Lei stessa, rilasciando dichiarazioni spontanee, ha ribadito che la compagnia madre, qualora avesse accertato gli eventuali ammanchi, avrebbe subito fermato la sua attività. Elementi che hanno convinto il giudice Miriam D'Amore a emettere un dispositivo favorevole.

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