Gela. Le indagini sono state chiuse e i magistrati della procura ipotizzano una serie di presunte truffe ai danni di diversi clienti ma anche un’appropriazione indebita da almeno 60 mila euro, soldi che non sarebbero stati trasferiti alle società per le quali ha operato come broker assicurativo in città. La cinquantenne Cinzia D’Immè dovrà rispondere alle accuse in giudizio, il prossimo maggio. Sono stati ricostruiti presunti ammanchi e polizze rilasciate solo per intascare i soldi versati da una decina di clienti. In alcuni casi, non avrebbero neanche ricevuto i contrassegni previsti. Gli approfondimenti investigativi hanno riguardato un periodo di almeno due anni, fino al 2018. Le presunte truffe ai clienti e i soldi non trasferiti alle compagnie Ama Insurance Brokers e Aspevi Roma srl sono confluite nelle stessa inchiesta, probabilmente anche dopo le prime segnalazioni degli utenti.
Da quanto emerge, la broker avrebbe operato anche per conto della compagnia Amissima Assicurazioni. Nel corso delle verifiche, è emerso un presunto caso di truffa anche ai danni dei rappresentanti di un’associazione scout. Convinti di aver assicurato il loro Ducato si sono trovati senza copertura nonostante l’importo pagato. Diversi clienti che si ritengono danneggiati potrebbero costituirsi parti civili nel giudizio che partirà proprio a maggio.
Ma come si possono costituire parte civile, se non si sa il nome della broker?