Gela. Sotto indagine sono finite autorizzazioni e assegnazioni di lavori per lo stadio “Vincenzo Presti”, riferibili alla stagione sportiva 2017-2018. L’impianto ospitava soprattutto i match casalinghi e gli allenamenti del Gela Calcio, allora impegnato nel campionato di serie D. Per i magistrati della procura ci furono possibili forzature amministrative e i nulla osta sarebbero stati rilasciati, in mancanza delle necessarie condizioni statiche e strutturali dell’impianto. Le indagini sono state chiuse ormai diversi mesi fa. In totale, sono quindici i coinvolti, compreso l’ex sindaco Domenico Messinese, gli assessori al ramo succedutisi nelle sue giunte e dirigenti dell’ente. Gli indagati attendono le determinazioni dei pm della procura che hanno coordinato le verifiche e sono arrivati a formulare le contestazioni. Dopo la conclusione delle indagini, diversi coinvolti hanno scelto di essere sentiti dai pm, così da chiarire le loro posizioni. Adesso, tutti attendono eventuali sviluppi. Secondo le accuse, ci sarebbero state presunte irregolarità in fase di collaudo e di verifica tecnica. L’indagine tocca anche vigili del fuoco del comando provinciale e responsabili Asp. L’impianto venne successivamente chiuso e ancora adesso si attende la piena fruibilità, dopo una serie di lavori che si sono protratti nel tempo.
L’attenzione degli investigatori si è concentrata sulle posizioni dello stesso Messinese e inoltre di Carmelo Campisi, Rocco D’Arma, Antonino Serio, Maurizio Tranchina, Davide Riccelli, Guido Catalano, Raffaele Greco, Francesco Turco, Giuseppe Piva, Giovambattista Mauro, Maurizio Melfa, Alberto Cilia, Rosario Città e Raffaella Galanti. Sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Giacomo Ventura, Rita Calò, Elio Lembati, Angelo Cafà, Gaetano D’Arma, Maria Laura Salafia, Salvatore Ciaramella, Lucia Scerra e Giusy Ialazzo.