Gela. Il dibattimento non è stato ancora aperto, dopo il rinvio a giudizio che risale al settembre dello scorso anno. Diverse attività tecniche vennero svolte anche davanti al gup. Sui presunti illeciti nella realizzazione di alcune strutture del palazzo di giustizia potrebbe concretizzarsi la prescrizione. A processo, ci sono tecnici, progettisti e anche ex funzionari comunali. Per i pm della procura, ci sarebbero state difformità rispetto ai progetti. Tra i reati contestati, quello di frode. Elementi che verranno valutati dal giudice Miriam D’Amore. Il tempo ormai trascorso dai fatti potrebbe però rivelarsi decisivo. In aula, si tornerà il prossimo marzo. Infiltrazioni piovane, le coperture inadeguate delle torri e presunte difformità nei lavori svolti, sono tra i punti presi in considerazione nel corso delle indagini. Le contestazioni, a vario titolo, vengono mosse a Luigi Amoroso, Salvatore Cassarino, Manlio Averna, Mario Spina, Giuseppe Cappello, Gaetano Carmantini e Giovanni Costa.
Le difese, anche durante l’udienza preliminare, si sono opposte alla ricostruzione resa dai magistrati, escludendo irregolarità nella gestione dei lavori e nell’uso dei materiali, che sarebbero stati quelli inizialmente previsti. L’udienza fissata per oggi è slittata a seguito dello sciopero indetto dall’avvocatura. Il prossimo marzo, probabilmente, verrà verificata anche l’eventuale sussistenza dei profili della prescrizione.