Siracusa. “Non luogo a procedere”, così ha stabilito il gup del tribunale di Siracusa per i due sindacalisti che quattro anni fa vennero arrestati con l’accusa di estorsione ai danni degli imprenditori gelesi del consorzio Synergo. Furono i titolari dell’azienda a denunciare. Avevano acquisito all’asta la proprietà di uno dei rami d’azienda della siracusana Set Impianti, con appalti nel polo industriale siracusano. Agli investigatori spiegarono che gli allora segretari provinciali di Fim-Cisl e Uilm, Roberto Getulio ed Emanuele Faranda, gli chiesero il pagamento di una cospicua somma di denaro, per evitare tensioni sociali ed eventuali scioperi dei lavoratori. I due sindacalisti dei metalmeccanici furono arrestati dalla squadra mobile siracusana. È arrivata la decisione del gup che chiude il procedimento, dopo un periodo di messa alla prova dei due imputati. L’accusa di estorsione era stata derubricata ma per gli imprenditori gelesi è stato disposto il risarcimento del danno. La procura aretusea aveva chiuso le indagini, chiedendo il rinvio a giudizio. I sindacalisti, già in fase di indagine, respinsero le accuse, spiegando di non aver mai chiesto denaro agli imprenditori gelesi e di essersi occupati solo della vertenza che interessava i lavoratori ex Set, a seguito dal passaggio al consorzio gelese. Erano già state archiviate anche le posizioni di un altro sindacalista, della Fiom, e di un funzionario di Sicindustria siracusana. “Dopo tre anni e otto mesi di sofferenza – ha spiegato Faranda assistito dagli avvocati Sebastiano Ricupero e Francesco Chiappa – è giunta all’epilogo la vicenda giudiziaria che mi ha riguardato. Ho sempre operato per il bene dei lavoratori che a me si sono affidati e che tuttora si affidano. Ciò che ho fatto è stato solo difendere, nella qualità di segretario responsabile sindacale, i diritti negati ad alcuni lavoratori”.
Tre anni fa, i pm della procura di Siracusa avviarono approfondimenti investigativi anche sul passaggio della Set a Synergo, dopo che il gip del tribunale di Catania, nella procedura di amministrazione giudiziaria, bloccò l’operazione per presunti inadempimenti. La Cassazione ha però disposto lo sblocco e la restituzione al gruppo imprenditoriale.