Gela. La posizione dei due sindacalisti siracusani, quattro anni fa arrestati con l’iniziale accusa di estorsione ai danni degli imprenditori gelesi del consorzio Synergo, è stata definita dal gup aretuseo, così come riferito ieri. Gli imprenditori gelesi, che all’epoca acquisirono all’asta un ramo d’azienda della società Set Impianti, saranno risarciti. Lo ha stabilito lo stesso giudice dell’udienza preliminare. Una decisione formalizzata quando le difese dei due sindacalisti hanno chiesto la messa alla prova per il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone. I sindacalisti hanno sostenuto un periodo di messa alla prova, prima di arrivare al “non luogo a procedere” disposto dal gup. Gli imprenditori hanno più volte ribadito di essere stati danneggiati dalle condotte degli allora segretari provinciali di Fim e Uilm, che secondo le accuse chiesero denaro per evitare proteste nel polo industriale siracusano, dove il consorzio Synergo era subentrato, acquisendo il ramo d’azienda di Set e contestualmente assorbendo i lavoratori.
In questa vicenda, inoltre, c’è stato anche un pronunciamento della Corte di Cassazione, intervenuta a revocare il sequestro del ramo d’azienda. I giudici romani hanno dato ragione agli imprenditori gelesi, disponendo l’annullamento senza rinvio. I titolari del consorzio segnalarono subito alle autorità la condotta dei sindacalisti e i poliziotti della squadra mobile di Siracusa procedettero agli arresti di Emanuele Faranda e Roberto Getulio. Lo scorso gennaio il procedimento penale fu sospeso proprio per il periodo di messa alla prova dei sindacalisti, con l’onere di risarcire gli imprenditori.