Preso d’assalto un furgone carico di tabacchi, la vittima riconosce i rapinatori

 
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Gela. Ha indicato in aula i rapinatori che, cinque anni fa, lo fermarono, fucile in pugno, lungo la statale 115 per portargli via un intero furgone carico di tabacchi appena acquistati e diecimila euro.

Un colpo che è costato il processo, davanti al collegio presieduto dal giudice Paolo Fiore, a Vincenzo Scivoli, Marco Gimmillaro e Riccardo Abate.
A riconoscere in aula sia Scivoli che Gimmillaro è stato l’esercente, titolare a sua volta di una tabaccheria, diventato vittima della rapina. Il suo furgone venne prima speronato e poi fatto fermare ai lati della statale 115.
Sotto la minaccia di un fucile, l’esercente dovette lasciare tutto al gruppo entrato in azione. Stando ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, Vincenzo Scivoli e Marco Gimmillaro avrebbero agito per finanziare le casse di cosa nostra ennese. Il carico, infatti, sarebbe stato successivamente rivenduto al titolare di un’altra attività attraverso la mediazione di Riccardo Abate.
La rapina, in base ai calcoli effettuati dalla vittima, sarebbe fruttata quasi quarantamila euro.

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