Gela. La prenotazione effettuata attraverso il portale internet dedicato, sostanzialmente si è rivelata solo carta straccia. E’ stata una lunga ed estenuante traversia quella che questa mattina ha dovuto sopportare un anziano settantasettenne, certificato come soggetto “fragile” e che si aspettava di ricevere la somministrazione del vaccino anti-Covid. Invece, accompagnato dal figlio, ha dovuto rinunciare. La prenotazione effettuata non è servita a nulla, anzi al figlio che lo accompagnava, appena arrivato, è stato fornito un bigliettino con numero. Prima di loro, altri quaranta pazienti, con attese sempre più lunghe. Tutto questo, mentre gli utenti erano costretti a stare in strada o all’interno delle auto, anche per ripararsi dal forte vento. Il centro ricavato all’ex mattatoio non fornisce alcun servizio di accoglienza agli utenti che devono vaccinarsi. Neanche un medico è intervenuto a valutare il caso dell’anziano, certificato e prenotato per la somministrazione del vaccino Pfizer. In base a quello che è stato riferito a lui e al figlio, avrebbe solo dovuto attendere, perché il suo nominativo pare non risultasse in un altro elenco, del quale non si capisce però la fonte di provenienza. In alternativa, se fosse rimasta qualche dose disponibile, avrebbe potuto ricevere il vaccino AstraZeneca, sempre che si facesse in tempo. Una situazione paradossale che ha costretto l’anziano a fare marcia indietro, per non attendere ore, anche con l’eventualità di non riuscire a ricevere la somministrazione.
Pochi medici, personale non formato per l’accoglienza e al centro ricavato all’ex mattatoio, anche un anziano fragile può vedersi costretto a rinunciare al vaccino, peraltro in una fase di forte contagio da Covid in città. Tutto questo, mentre la politica spinge sull’importanza delle vaccinazioni, ma il servizio sembra essere decisamente inadeguato.