“Posti di lavoro nella sanità”, era una truffa: accuse mosse ad una donna gelese

 
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Asti. Avrebbe promesso assunzioni in cambio di ingenti somme di denaro. È l’accusa nei confronti di una quarantaquattrenne anagraficamente residente in città ma che ha vissuto a Villafranca d’Asti. A processo, c’è anche un cinquantaseienne, anche lui sotto accusa in concorso e difeso dall’avvocato Ferruccio Rattazzi. Il processo si è aperto in tribunale ad Asti e vede 15 parti offese, assistite dai legali Piergiorgio Chiara, Andrea Mecca e Paolo Bagnadentro, che hanno reso la loro testimonianza davanti al sostituto procuratore Simona Macciò e al giudice. L’imputata avrebbe conosciuto le persone offese mentre lavorava come Oss in una casa di riposo della provincia. Presentandosi come psicologa o come infermiera all’Asl di Asti o Chieri, le convinceva a versare somme di denaro, anche ingenti, ricordando loro che era la moglie di un prestigioso cardiologo di Asti.

Ogni volta le spese erano motivate da ragioni diverse, oneri burocratici, contributi, marche da bollo, iscrizioni. Questo, a detta della donna, avrebbe permesso loro di ottenere lavori a tempo indeterminato tra le strutture sanitarie di Asti e di Chieri. Le cifre versate, secondo le testimonianze, vanno dai 500 fino ai 150mila euro. La vittima più colpita, truffata per 150mila euro è tra le parti civili, sarebbe caduta in questo sistema anche a causa di una truffa amorosa, in seguito a messaggi di un fantomatico spasimante, un finto medico, che, corteggiandola, le chiedeva ogni volta dei soldi. Il processo riprenderà ad Asti a metà febbraio. L’imputata, ad oggi, è sottoposta all’obbligo di dimora a Gela ed è assistita dall’avvocato Perga.

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