Gela. Prima di pensare ad un livello superiore, quello dell’hub energetico, bisogna procedere con i servizi di base, con lo sblocco del porto rifugio, insabbiato da anni. Questa mattina, si è tenuto un tavolo con la prefettura. Il sindaco Lucio Greco e il prefetto Chiara Armenia, nel corso della riunione, hanno invocato una celere definizione. I lavori di dragaggio non sono più rinviabili. Per questo, entro una decina di giorni verrà formalizzato il passaggio di consegne. La competenza passa dalla Protezione Civile regionale all’Autorità di sistema portuale della Sicilia Occidentale. La struttura guidata dal presidente Pasqualino Monti non ha ancora ottenuto la piena gestione. “Auspico – afferma il sindaco – che ciò possa avvenire al massimo entro metà marzo”.
Durante l’incontro è emersa ampia convergenza sulla necessità di velocizzare la procedura.”Ringrazio il prefetto – dice il sindaco – e il presidente Monti per l’impegno dimostrato in questa vicenda. Sono note le conseguenze per l’economia locale dovute all’insabbiamento del porto rifugio. Mi riferisco in particolare alle aziende e agli operatori di settore. Rimango fiducioso che con il passaggio di competenze all’Autorità di sistema portuale si possa dare ulteriore impulso alla definizione di questa attività di caratterizzazione delle sabbie e procedere, subito dopo, all’affidamento dei lavori”. Una prima caratterizzazione delle sabbie, per il troppo tempo trascorso, perse efficacia e si procedette con nuovi incarichi. La Regione non ha mai dimostrato grande sollecitudine sul tema. All’incontro hanno preso parte, oltre al prefetto e al sindaco, anche il presidente Monti, il comandante della capitaneria di porto Lorenzo Masci, il dirigente dell’assessorato regionale delle Infrastrutture Giancarlo Teresi e funzionari dell’Arpa e dell’Istituto di ricerca sulle Acque.