Gela. Chi si aspettava l’avvio del ripristino funzionale del porto rifugio dovrà pazientare ancora un po’. Non esiste nessuna approvazione del progetto da realizzare con 5,8 milioni di euro dei complessivi 32 milioni relativi alle opere di compensazione del protetto Eni. Attorno al progetto c’è solo confusione. Mancherebbe sia la disponibilità della copertura finanziaria che il piano di caratterizzazione del sito, come confermato da Giampiero Calafato presidente della Protezione civile regionale. La questione porto è tornata, ieri mattina, in Aula consigliare dove si sono radunati tutti gli attori protagonisti. Dagli esponenti regionali della Protezione civile e del dipartimento Infrastrutture , al gruppo di lavoro del porto alla commissione consiliare Urbanistica, fino ai componenti della giunta comunale. Era stato il sindaco Domenico Messinese, appena due mesi fa (il 28 giugno), a parlare dell’avvio di un intervento funzionale al porto entro poche settimane dal tavolo tecnico tenuto a Palermo, presso la sede del governo regionale di Palazzo d’Orleans alla presenza dei vertici Eni, del governo Nazionale e dei rappresentanti dell’amministrazione comunale e del consiglio comunale. “Possiamo attivare una procedura di esclusione dalla Valutazione ambientale strategica (Vas) – spiega l’assessore Francesco Salinitro – per rendere l’iter più veloce. Spetta, comunque, alla protezione civile dare risposte certe”. Alle parole dell’assessore Salinitro hanno fatto eco le urla di proteste degli operatori portuali. “Mentre voi perdete ancora tempo – accusa Angelo Cannizzo – noi continuiamo a lavorare nei porti di Scoglitti e Licata per salvaguardare le nostre imbarcazioni”. Ha spiazzato tutti Marcello Firmamento, funzionario del Dipartimento infrastrutture. “Mi occupo della realizzazione di porti – assicura Firmamento – Il progetto è stato curato dalla protezione civile ma io non lo conosco”. I consiglieri Maria Pingo (Megafono), Virginia Farruggia (M5S) e Salvatore Scerra (Forza Italia), hanno accusato l’amministrazione comunale di non volere risolvere la questione porto catturandosi i consensi delle associazioni e dei componenti del contestatissimo gruppo di lavoro. “Il piano di caratterizzazione esiste ed è stato fatto dall’Arpa – cerca di fare chiarezza il vice sindaco, Simone Siciliano – ma deve essere autorizzato dal Ministero. E’ stata richiesta la verifica di non assoggettabilità alla vas. Comunque il progetto deve essere autorizzato dalla protezione civile e dal ministero. Esiste un impegno tra Regione, Eni e Comune”.