Gela. In settimana, si è tenuta l’audizione dell’assessore regionale Alessandro Arico’, sentito dalla commissione consiliare urbanistica, con tutte le annesse polemiche politiche che ne sono scaturite. Sul porto rifugio ancora insabbiato non si va di certo a grandi passi e lo confermano i componenti del comitato. “Ancora una volta la procedura per i lavori del porto rifugio risulta molto a rilento – spiegano – dopo la seconda attività di caratterizzazione delle sabbie dei fondali, conclusa a luglio dello scorso anno, gestita e diretta dal dipartimento della protezione civile della Regione”. Il comitato chiede ufficialmente un incontro con i vertici dell’Autorita’ portuale della Sicilia occidentale, che adesso ha la gestione dei siti locali e che ha preannunciato, lo scorso anno, l’avvio di un piano complessivo di rilancio. “Da circa un mese la competenza dell’area portuale è stata trasferita definitivamente all’Autorità portuale. Questo ha comportato anche il trasferimento di competenza dell’iter procedurale per l’avvio dei lavori di riqualificazione e ristrutturazione e l’attività di dragaggio e allungamento del braccio di ponete”, aggiungono.
“A tal proposito il comitato vede questo cambio di competenza dalla Regione Siciliana all’Autorità portuale come una notizia positiva per il futuro dello sviluppo dell’infrastruttura per tutta la portualità locale. Ci siamo fin da subito attivati, inviando una richiesta per essere convocati dall’Autorita’ portuale – continuano – perché riteniamo necessario instaurare e intraprendere una collaborazione, per tutte quelle iniziative necessarie a raggiungere l’obiettivo finale, avere un porto funzionale e fruibile con annessi servizi per valorizzare i settori diportistico e commerciale. È lo sviluppo socio-economico del porto che la nostra città attende da anni. Noi del comitato seguiremo attentamente l’Iter e siamo fiduciosi che l’Autorità portuale darà le giuste risposte alla nostra città”. Un cambio di passo che però si deve concretizzare prima possibile per un sistema portuale locale che è da anni al collasso.