Gela. Il porto rifugio è, a ragion veduta, uno dei crucci di sempre, per tutte le amministrazioni comunali che si sono susseguite. Ancora una volta è quasi del tutto inaccessibile. Il canale interno realizzato non può essere la soluzione a tutti i mali e non a caso la capitaneria, di recente, ha emesso una nuova ordinanza, con la quale, per ragioni di sicurezza, vieta l’accesso e l’uscita a ogni tipo di mezzo, salvo quelli con pescaggio minimo. La prossima settimana ci sarà il tavolo richiesto dall’amministrazione comunale. Dall’Autorità portuale della Sicilia occidentale hanno dato riscontro, a seguito di una richiesta partita da Palazzo di Città, su insistenza del comitato pro porto, i cui componenti sono molto preoccupati per i tempi lunghi del progetto di intervento nel sito locale e per una certa lentezza generale. L’Autorità ha ormai la piena competenza nella gestione dell’infrastruttura. Pure i lavori nell’area della banchina di riva non proseguono con celerità. Nel corso del tempo, si sono susseguite iniziative istituzionali e più strettamente politiche, ma attualmente il porto è isolato, al pari della condizione precedente. Lo scorso anno, si tenne un tavolo tecnico, a Palermo, in presenza del presidente dell’Autorità Pasqualino Monti, destinato a lasciare l’incarico, in scadenza. Si delinearono i punti essenziali del procedimento e del progetto e furono previsti non meno di sei mesi per il rinnovo dell’autorizzazione ambientale. La prossima settimana, a questo punto, il sindaco e l’assessore Di Cristina, che ha appena ricevuto la delega in materia, potrebbero richiedere un cronoprogramma preciso, così da avere passaggi delineati, in una prospettiva che sarà ancora lunga. L’amministrazione e il comitato valuteranno quanto sarà riferito dai tecnici dell’Autorità. Avere un porto finalmente fruibile è l’obiettivo di sempre.
Una parte delle somme dell’iniziale accordo con Eni è stata spesa ma i risultati scarseggiano. Toccherà all’Autorità reperire i fondi per i lavori complessivi, compresi quelli di escavo. Le cifre sono consistenti ma il porto è essenziale se si vuole ambire a un’economia che non sia solo industriale o comunque che ponga delle alternative e vere vie di interscambio. Nel portale ministeriale viene ripresa la procedura per i lavori nell’infrastruttura ma va trasmessa l’intera documentazione tecnica.