Gela. Il possibile addio pure al progetto per il porto rifugio, che sulla carta dovrebbe servire a superare il costante insabbiamento del sito, è l’ennesimo affronto nei confronti di chi, da anni ormai, segue ogni aspetto di queste lunghe e farraginose procedure. I componenti del comitato pro-porto non c’erano, questa mattina a Palermo, ma adesso rilanciano e chiederanno l’intervento della prefettura di Caltanissetta. “Esprimiamo molta amarezza, ancora una volta il comitato porto viene messo da parte dai rappresentati istituzionali – dice il presidente Massimo Livoti – poco chiare, a parere del comitato, sono state le dichiarazioni rilasciate dall’assessore Marco Falcone. Ad oggi, sono stati spesi somme per consulenze, lavori di dragaggio in somma urgenza non previsti dall’accordo firmato nel settembre 2016 e rendicontati sulle somme dell’intesa. Queste attività non hanno risolto l’atavico problema dell’insabbiamento”. Tra le tante criticità, il probabile veto tecnico agli interventi sul braccio di ponente. “Ora si scopre che il braccio di ponente non può essere costruito in quanto in contrasto con il piano regolatore portuale, dopo che è stato previsto nella progettazione presentata ai ministeri e al provveditorato lavoro pubblici. Come mai dopo anni di progettazione e di consulenze e soldi spesi si scopre solamente oggi. E’ paradossale – continua Livoti – a tal proposito, i componenti del comitato stanno interessando nuovamente sua eccellenza il prefetto per richiedere un incontro e verificare l’iter, le somme spese, la tempistica, il cronoprogramma dei lavori da effettuare, come previsto nell’accordo firmato a settembre 2016 tra Regione, Eni e Comune di Gela. Saranno valutate anche eventuali azioni da portare avanti nel caso vi sia qualche anomalia e per il non rispetto dell’accordo firmato tre anni fa”. Sembra chiaro che il comitato, qualora saltasse tutto, possa decidere di rivolgersi anche alla magistratura.
Mentre la “nave” affonda, il sindaco Lucio Greco, invece, cerca di mediare, anche se pare piuttosto difficile. “Stiamo verificando se è il caso di insistere su questo progetto oppure se possiamo procedere ad una manutenzione dei fondali programmata, quadriennale – spiega – e portare in gara il progetto del porto commerciale, che è in fase di verifica. Nel frattempo, il progetto da 143 milioni di euro mandato a Bruxelles per verificare i costi-benefici , tra giugno e luglio potrebbe essere mandato in gara”. La confusione sembra farla da padrona assoluta.