Polvere sotto il tappeto? Ora sono macigni, crisi strisciante in maggioranza

Una maggioranza costruita sul modello del “volemose bene”, si ritrova bloccata tra musi lunghi, litigi notturni e mozioni votate a sorpresa.

20 maggio 2025 13:07
Polvere sotto il tappeto? Ora sono macigni, crisi strisciante in maggioranza -
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Gela. Era partita come una storia da spot della Mulino Bianco: sindaco nuovo, aria fresca, coalizione coesa. Ma a furia di nascondere la polvere sotto il tappeto, ecco che i granelli sono diventati macigni. E ora, nella casa della maggioranza del sindaco Terenziano Di Stefano, l’aria è tutto fuorché frizzante.

A meno di un anno dalle elezioni, la tanto decantata “Triade” — Pd, Movimento 5 Stelle e civici di Una Buona Idea — comincia a mostrare crepe più che evidenti. Malumori, scontri interni, e nervi tesi come corde di violino.

Il problema? Sempre il solito: posizionamenti, incarichi, poltrone. Ma anche e soprattutto egemonie mal digerite tra i partiti alleati.

E mentre la città attende l’approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato, dentro la maggioranza è tempesta. E il sindaco? Al momento, sceglie il ruolo di spettatore piuttosto che quello di regista. 

Tra i fronti più bollenti, quello del Partito Democratico, dove il capogruppo Gaetano Orlando avrebbe perso del tutto la pazienza, anche in modo... piuttosto plateale. Secondo più di un testimone, durante la Notte Bianca di sabato, sarebbe arrivato a un acceso diverbio — l’eufemismo è d’obbligo — con il compagno di un’esponente della stessa maggioranza.

Scene da film western, che poco si addicono alla narrazione zuccherosa della “squadra unita per il bene della città”.

Orlando, peraltro, da tempo mal digerisce la gestione della Ghelas da parte di Guido Siragusa, tesserato PD ma — dettaglio non secondario — poco gradito ad una parte dei Dem, nonostante il clima di collaborazione che l’Ad sembra aver istituito con il sindaco e con lo stesso assessore Dem Peppe Fava nell’ambito degli interventi per il decoro urbano. Un dissenso, quello di Orlando, che potrebbe bloccare il via libera alla prossima convenzione con la Multiservizi. Insomma, una mina vagante.

Ma se Sparta piange, Atene non ride. In casa M5s ieri in consiglio è emersa chiaramente la questione Lupo. La consigliera pentastellata ha votato insieme all’opposizione una mozione contro il passaggio pedonale dal parcheggio Arena al municipio, a firma dell’assessore Morgana anche lui del M5s. Un voto che suona più come una crepa politica che come scelta tecnica.

In questi giorni si sarebbero fatte sempre più insistenti le voci di un suo possibile addio ai Cinquestelle, addirittura, mormora qualcuno, con probabile destinazione Grande Sicilia, Lupo come il più famoso Cancelleri dunque?  Un’ipotesi che ieri sembrava fantapolitica, oggi invece non sembra poi neanche così impossibile.

E nel frattempo? La maggioranza arranca, tra riunioni riservate, telefonate incrociate e malumori che crescono come erbacce in primavera.

Ma Di Stefano sembra avere le idee chiare. L’ultimatum è servito: se i partiti non si ricompattano, sarà lui stesso a prendere in mano la scopa. Anche con una soluzione estrema, un azzeramento della giunta. E questa, ormai, non sembra più un’ipotesi così remota.

La sensazione intanto è che il clima si stia surriscaldando troppo. La favola della coalizione unita rischia di diventare una soap opera dal finale scontato. E il sindaco, tra diplomazie e minacce, dovrà decidere se salvare il quadro... o ridipingere tutto da capo.

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