Gela. Uno dei punti più importanti delle rivendicazioni della vertenza Gela di due anni fa era quello di un rilancio della sanità locale. Ad oggi, però, nulla di tutto questo si è mai concretizzato. L’ha toccato con mano anche Ignazio Giudice, della segreteria regionale della Cgil, appena reduce da una delicata esperienza ospedaliera. “In questi decenni, in tante occasioni, ho sentito la famosa frase, a Gela la sanità non esiste e quella che si trova è scarsa. Da sempre, non dopo l’esperienza vissuta, ho invitato a fare il distinguo, a rimodulare la frase o il concetto, sostenendo che la sanità esiste, che non è malata e non lo è grazie a medici, infermieri, ausiliari e anche amministrativi che lavorano e assolvono, in alcuni casi, a ruoli e funzioni che non sono loro, ruoli non previsti dal contratto di lavoro che non prevedono lo stazionare nel corridoio per parlare con i parenti del degente, avere una sedia rotta o un computer da condividere con tanti altri o che magari è di un altro reparto. La mia esperienza mi consegna la positività di queste persone. Per queste ragioni vanno preservate, tutelate, invitate a restare e lo dico perchè so che tante e tanti fanno concorsi, per carità fanno bene dato che ogni lavoratore legittimamente cerca la soluzione più adeguata alla propria idea di realizzazione – dice – ma questo significa che la nostra città, il nostro territorio è a rischio di ulteriore impoverimento”. Ci sono ancora troppi reparti fantasma e Giudice richiama casi come neurologia e senologia. “Al” Vittorio Emanuele” i neurologi sono tre e ne servirebbero invece quattro e nel contempo servirebbero dodici infermieri dato che ad oggi gli infermieri e gli ausiliari che lavorano per i quattro degenti ricoverati per problemi neurologici vengono assistiti dal personale di cardiologia, reparto che ospita neurologia. Tutto questo, come sosteniamo da anni, non è normale e un’azienda lungimirante deve attivare tutti i percorsi possibili per realizzare il reparto di neurologia con otto posti disponibili e due dedicati alla Stroke unit. Al “Vittorio Emanuele”, esistono due ambulatori uno di neurologia e uno di neurofisiopatologia ma entrambi vanno celermente posti nelle condizioni di essere efficienti. La Stroke Unit è un reparto di terapia semintensiva neurologica, dove vengono accolti i pazienti con malattie cerebrovascolari come ischemia ed emorragia cerebrale in fase acuta. La Cgil – dice Giudice – ha elaborato da anni proposte per migliorare la sanità pubblica e monitorare il sistema delle convenzioni, basta andare indietro e ricordarsi dei dieci punti della vertenza #Gelasisblocca, la sanità era tra le rivendicazioni più forti, era il novembre 2019, la vertenza divenne nazionale, venne adottata da ministri e sottosegretari della nostra provincia, ma nessuno ha fatto nulla di concreto, questo è il vero dramma, il più grande che abbiamo in Sicilia dato che la sanità in Italia è regionalizzata. La buona sanità salva la vita, ma se non trovi neppure il posto letto il dramma è dietro l’angolo tranne se sei ricco e corri al nord Italia.Tutto questo vale anche per la Breast unit, Gela ne ha una delle quindici presenti in Sicilia, salva il 18 per cento delle donne dal tumore al seno e ogni sei mesi chi la dirige, i volontari, il personale deve negoziare l’esistenza come se fosse una cortesia al dottore Di Martino”. Per Giudice, è ora di passare ai fatti, anche per i servizi sanitari.
“Finiamola e chi dirige si adoperi con massima velocità per fare, fare e ancora fare, senza polemiche che non hanno motivo di esistere a una condizione, vedere e vivere i fatti concreti, reparto di neurologia con otto posti e assunzione di infermieri, solo così si salvano le vite – conclude – solo così si dà dignità al personale sanitario, solo così si restituisce a un popolo, ai bambini e alle persone anziane, la speranza di vivere in una città dove l’ospedale esiste e non è solo un palazzo colorato, anche per questo deve trasformarsi in luogo attrattivo, appetibile per i medici e per il resto del personale sanitario dato che il fabbisogno è in crescita e tutto ciò è rivolto al ceto politico che dovrebbe fare i fatti. Se ci sono, si vedono.
Condivido tutto sign.Giudice lei ha ragione e tanti Gelesi la pensano come lei purtroppo siamo a ripetere perché per GELA ,tutto quello che è stato promesso da ministri e sottosegretari di questa scalcinata provincia non viene realizzato ,forse perché caltanissetta deve rimanere hub ospedaliero e ha bisogno dei numeri in questo caso noi Gelesi caricati su ambulanze quando ci sono ,e deportati al S.Elia?Ebbene se non interviene la politica e dia risposte a questa parte di territorio della provincia un cittadino Gelese ha meno probabilità di sopravvivere rispetto a un cittadino del nord della provincia