Gela. Una politica e scelte strategiche che diano centralità al sud Italia. Si è ufficialmente costituito “Mezzogiorno federato”. La struttura del movimento è stata definita e tocca diverse realtà politiche. Del consiglio nazionale fa parte anche l’architetto Francesco Salinitro, ex assessore della giunta Messinese e tra i fondatori del gruppo locale di “Unità siciliana”. “Mezzogiorno federato” già guarda alla gestione dei fondi del Recovery plan. “Mezzogiorno Federato nell’assegnazione dei fondi del Recovery plan si propone come interlocutore protagonista in ambito nazionale ed europeo, obiettivo che persegue anche grazie ai rapporti con Animi, l’associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d’Italia, e con Svimez, l’associazione che include nel suo statuto la promozione e lo studio delle condizioni economiche del Sud d’Italia. Per la prima volta – si legge in una comunicazione ufficiale – il sud reagisce in modo unitario all’oscurantismo cui è stato relegato e dà vita a “Mezzogiorno federato” creando i presupposti per costruire una forza politica che non ha mai avuto in tutta la storia unitaria nazionale. “Mezzogiorno Federato” individua nello sviluppo del delle Isole e del Mezzogiorno la chiave per consentire a sè stesso e all’Italia di uscire dalla crisi in modo duraturo e definitivo. Ma il sud e la Sicilia hanno problemi profondamente diversi da quelli del nord del paese, talvolta persino antitetici. L’arretratezza delle infrastrutture, la marginalità economica e sociale e l’essere periferia d’Europa e d’Italia, nonostante si trovi al centro del Mediterraneo e dei commerci internazionali”. Secondo il gruppo di “Mezzogiorno federato”, fondamentale sarebbe la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. “Il Ponte sullo stretto è stato escluso dai Recovery plan, ma con questa scelta scellerata non è stata esclusa una bandiera, ma quella che è la chiave di volta dello sviluppo della Sicilia e del Mezzogiorno. Forze economiche e politiche nazionali, e forsanche internazionali, si stanno mobilitando per impedire in modo subdolo che il ponte si costruisca. Senza il ponte è diseconomico investire sui porti siciliani e meridionali, sulle infrastrutture, sulla logistica. E’ persino un grosso limite per le Zone economiche speciali e resta fortemente oneroso – spiegano i nuovi vertici di “Mezzogiorno federato” – commercializzare i prodotti siciliani, siano essi industriali, artigianali o agricoli per gli altissimi costi nei trasporti”. Il movimento, anche per il territorio locale, richiama punti strategici, dallo sviluppo della Zes alla portualità, con il gate logistico. Si punta a bloccare la “desertificazione” anche economica del territorio, ripartendo tra le altre cose dallo sviluppo di un piano cultura e storico, che punti sul patrimonio artistico e archeologico. Agricoltura e piccole e medie imprese sono tra le priorità.
Fanno parte dell’esecutivo nazionale, Claudio Signorile, Salvatore Grillo, Francesca Straticò, Felice Iossa, Salvatore Sannino, Salvo Fleres e Alfredo Venturini. “Unità siciliana” ha deciso di sostenere il progetto politico.