Piogge intense ma agricoltori senza acqua: quella delle dighe continua a finire in mare
Soluzioni che possano dare sostegno effettivo a migliaia di operatori locali non se ne intravedono e il comparto, nonostante le piogge, già teme per la “sete” dei prossimi mesi, con l'inevitabile rischio di perdere ancora produzioni e posti di lavoro
Gela. Le piogge, in questo periodo, sono state anche copiose ma per gli agricoltori del territorio servono a poco. L'acqua che dovrebbe essere accumulata nelle dighe continua a finire sistematicamente in mare. Un peso enorme per un comparto che fa fatica a vedere una programmazione futura e i progetti per gli interventi nelle dighe del territorio stentano a decollare. L'amministrazione comunale, dall'insediamento, ha attivato più canali istituzionali, regionali e ministeriali. Ci sono interventi della politica locale, con il parlamentare Ars Salvatore Scuvera, più volte impegnato nel delineare soluzioni perlomeno praticabili nel breve periodo, compresa la riattivazione dell'interconnesione tra le dighe Cimia e Disueri. A oggi, però, gli agricoltori e le loro aziende non possono che assistere a un copione sempre uguale: l'acqua delle dighe viene sversata per evitare potenziali rischi strutturali mentre la Regione, nell'arco di pochi mesi, in estate, ha fatto partire il sistema dei dissalatori. Un'altra discrepanza che tanti imprenditori agricoli non possono che richiamare. “Ancora una volta non sappiamo cosa potremo fare in estate, quando avremmo necessità di risorse idriche ma le dighe saranno nuovamente vuote”, spiegano operatori del settore che da anni cercano di avere risposte ma senza ottenere riscontri pratici. Il sindaco Terenziano Di Stefano e l'assessore Filippo Franzone hanno toccato questo punto pure in giornata, durante l'iniziativa in presenza del parlamentare Ars Cateno De Luca. Soluzioni che possano dare sostegno effettivo a migliaia di operatori locali non se ne intravedono e il comparto, nonostante le piogge, già teme per la “sete” dei prossimi mesi, con l'inevitabile rischio di perdere ancora produzioni e posti di lavoro.
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