Gela. La maggioranza del sindaco Terenziano Di Stefano si è data un decalogo ben definito, amministrativo e politico. Le priorità sono quelle che il primo cittadino e gli assessori si sono trovati da subito ad affrontare: dalla crisi idrica al decoro urbano e fino agli effetti del dissesto finanziario. Politicamente, invece, prevale un equilibrio di rappresentanza e l’elezione del neo presidente del civico consesso Paola Giudice, in quota M5s, è stata la dimostrazione plastica di una direttrice piuttosto netta, almeno in questo frangente. “La nostra maggioranza – dice il consigliere di “Una Buona Idea” Giovanni Giudice – è lo sviluppo del progetto dell’agorà politica, alla base della candidatura del sindaco Di Stefano. C’è piena concordia e penso che l’elezione del presidente Giudice lo dimostri abbondantemente. La minoranza ha riconosciuto la nostra iniziativa, volta ad aprire al dialogo e mai a chiudere. Vogliamo andare avanti così, anzitutto con una piena sintonia con gli alleati. Credo che questo modus operandi prevarrà pure per la formazione delle commissioni”. “Una Buona Idea” è l’esperimento politico, fuori dai partiti, che ha permesso a Di Stefano e ai civici della prima ora di affermarsi già cinque anni fa, fino ad un bis ancora più importante adesso con l’elezione del sindaco.
“E’ un progetto che va avanti, c’è interesse da altri comuni – precisa Giudice – ora, abbiamo il sindaco che è espressione diretta del nostro movimento e cinque consiglieri comunali. Dopo l’estate, probabilmente, ci incontreremo per valutare eventuali aggiustamenti organizzativi. E’ corretto che i consiglieri si concentrino sull’attività amministrativa, così come il sindaco. Non escludo che possano esserci cambiamenti per il segretario del movimento e per altre cariche. Valuteremo con attenzione”. Giudice, attuale segretario di “Una Buona Idea”, sarà il capogruppo consiliare. Ha depositato la comunicazione all’ufficio di presidenza. “Per me, è un onore”, precisa. I civici, ancora una volta, nella coalizione del sindaco si pongono come perno equilibratore in un contesto che assicura un ruolo certamente non secondario ai partiti (in consiglio Pd e M5s). Nel clima di convergenza interna, il loro compito non è da poco, con la consapevolezza della leadership del sindaco Di Stefano.